Anche maggio si sta rivelando un mese dalla personalità alquanto schizofrenica e imprevedibile. Temporali che si susseguono, vento forte, temperature che oscillano tra i 30 e i 15 gradi, nella stessa giornata ovviamente, e io che assisto a tutto questo con una certa curiosità.
Piove? Mi va bene. C’è il sole? Mi va bene. Mi va bene tutto, perché tanto ormai è primavera, e non ci sono cazzi.
I colori sono brillanti, i campi sono pieni di papaveri, l’aria profuma d’erba e il sole, quando c’è, è caldo e avvolgete. E’ proprio la luce ad essere diversa e queste giornate lunghe, mi danno l’idea di avere tempo, tanto tempo per me, anche dopo il lavoro.
E’ bello uscire dall’ufficio quando è ancora giorno… Certe volte vado a correre, altre vado a fare pilates, altre ancora mi concedo un massaggio, altre me ne torno a casa e mi rilasso. Insomma, mi prendo cura di me stessa e mi dedico del tempo.
Forse, uno dei “vantaggi” del non avere figli, è proprio quello di poter essere completamente padroni del proprio tempo. Tolti i doveri, ci fai quel che vuoi, e visti tutti gli interessi che ho, non mi capita mai di starmene con le mani in mano, a meno che non sia io a decidere di dedicarmi al cazzeggio più totale. E’ che la primavera ha il potere di rasserenarmi e i miei gesti sono lenti, come i miei pensieri.
Ultimamente, tutto ha il sapore dell’improvvisazione, come il pranzo di ieri. Non ho nemmeno apparecchiato. Io e Giuseppe abbiamo mangiato per terra, ai piedi del divano, con il piatto tra le gambe e il calice di vino poggiato sul pavimento. Un solo calice mi ha stordita. Era un nero di Troia, di quelli che quasi tingono il bicchiere per quanto sono intensi e corposi.
Spesso sono l’invidia delle mie amiche mamme, di quelle che hanno ancora i bambini “piccoli”. Mi sento spesso rivolgere affermazioni del tipo “beata te che non ne hai“. Anche se poi, ci tengono subito a correggere il tiro e a giustificarsi per quella esternazione, come se avessero detto qualcosa di blasfemo , e a sottolineare che sono felicissime di essere madri, quasi come se qualcuno l’avesse messo in dubbio. Io no di certo, perché non giudico mai. Guardandole, mi rendo conto di quanto sia impegnativo il ruolo di genitore e pertanto, penso che sia umano, in alcuni momenti, sentirsi schiacciati da quel carico di responsabilità, sia fisiche che emotive e lasciarsi andare ad esternazioni come “beata te che non ne hai“.
La verità è che ciascuno di noi si ritrova a vivere la propria vita, quella che gli spettava, probabilmente. Quella che siamo riuscita a costruirci facendo o non facendo qualcosa. Una vita che è il frutto di variabili, incastri, scelte, non scelte, incontri, scontri, incontri mancati, incontri sbagliati, esperienze, bivi, svolte, meriti, abilità, fortuna, calci nel sedere e chi più ne ha, più ne metta…
Una vita che spesso non ci offre molte certezze, ma alcune esistono, e sono confortanti, come il profumo inebriante e poetico del pan brioche appena sfornato, farcito con la composta di fragole. Queste brioche sono la mia certezza. Sono una coccola, una magia. Il loro profumo riempie l’aria, si appiccica alle mani e nutre. Me lo sento addosso e mi fa sorridere. Sì, queste brioche hanno il potere di farmi sorridere, eppure, giuro che nell’impasto non ci ho messo la marijuana light; quella che in Svizzera si può comprare anche nei supermercati ;)
Un pan brioche soffice, semi integrale, profumato alla vaniglia, che abbraccia una composta di fragole e tanto cioccolato bianco. Semplice da fare e dalla riuscita assicurata. Trasformatevi anche voi in spacciatori di sorrisi :)
Ora corro… vi auguro una bellissima settimana! Alla prossima ;)
- Per il pan brioche
- 200 gr di farina manitoba
- 100 gr di farina integrale di grano tenero
- 70 gr di miele d'acacia
- 70 ml di latte
- 110 gr di burro leggermente salato fuso e raffreddato
- 2 uova medie
- 4 gr di lievito di birra disidratato
- 1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia o i semi di una bacca
- Per la composta di fragole
- 400 gr di fragole (peso al netto degli scarti)
- 150 gr di zucchero
- 1/2 limone (il succo)
- 1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia o i semi di una bacca
- Per completare
- 150 gr di cioccolato bianco
- q.b. di mandorle a lamelle
- q.b. di burro fuso per spennellare
- q.b. di sale
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Mettete in una ciotola il burro fuso, le uova, il miele, il latte e la vaniglia. Mescolate bene con un cucchiaio di legno e aggiungete la farina e il lievito. Mescolate fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Saranno sufficienti due/tre minuti. Coprite la ciotola con pellicola e lasciate lievitare a temperatura ambiente per 2 ore. Successivamente trasferite tutto in frigo e lasciate lievitare per un minimo di 24h, fino ad un massimo di 5 giorni. (Io ho preparato l'impasto il primo maggio e l'ho lasciato lievitare fino al 5).
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Per la composta di fragole, lavate bene le fragole, privatele del picciolo, tagliatele a fette sottili e trasferitele in una pentola con lo zucchero, il succo di limone e la vaniglia. Ponete su fiamma media e fate cuocere fino a quando l'eccesso di succo non sarà evaporato e le fragole non risulteranno leggermente caramellate. L'importante è che la composta non risulti liquida, ma "consistente". Trasferite in un vasetto sterilizzato, tappate bene con un coperchio, capovolgete e lasciate così fino all'indomani.
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Trascorso il tempo di lievitazione, tirate fuori l'impasto dal frigo e fatelo riposare a temperatura ambiente per un'oretta scarsa.
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Fondete il cioccolato bianco a bagnomaria e mescolatelo bene con una spatola, fino ad ottenere una consistenza liscia e setosa. Tenete da parte e mescolate di tanto in tanto.
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Stendete l'impasto su un piano infarinato, ad uno spessore di circa 3 millimetri; spalmate uniformemente su tutta la superficie il cioccolato bianco, aggiungete qualche pizzico di sale, e poi completate con la composta di fragole.
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Arrotolate per il verso più lungo, dando all'impasto la forma di un serpentone. Tagliate a fette spesse 3 cm circa ( o anche più larghe, se preferite) e disponetele su leccarde da forno rivestite di carta forno. Coprite con un foglio di carta forno bagnato con acqua calda e strizzato e lasciate lievitare per circa due ore in un luogo riparato.
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Accendete il forno a 180° in modalità ventilata, spennellate le brioche con burro fuso, completate con le mandorle e infornate per circa 20/25 minuti. Spegnete il forno, apritelo, lasciateci dentro le brioche per altri due minuti e poi sfornatele.
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Inutile dirvi che mangiate calde calde, sono poesia...anche nei successivi due giorni si difendono bene, l'importante è conservarle in un recipiente a chiusura ermetica. Volendo, potete riscaldarle un pochino prima di mangiarle.
21 Comments
iO LO DICO SEMPRE, AMO I MIEI FIGLI PIù DELLA MIA VITA… QUELLA CHE AVEVO PRIMA DI AVERE LORO…HAHAHAHAHAHA, NON CI SONO CAZZI, QUANDO HAI BAMBINI IL TEMPO LIBERO DIVENTA UNA CHIMERA E RITAGLIARE TEMPO PER SE STESSI UN LUSSO. POI C’è CHI DICE CHE L’AMORE COMPENSA, MA A VOLTE CI SI RITROVA IN DEBITO ENERGETICO E SI AVREBBE BISOGNO DI STACCARE. UNA BELLA TISANA IN TERRAZZA, CON UNA BRIOCHE E 4 CHIACCHIERE CON TE, SAREBBERO PER ESEMPIO, UN REGALO SPLENDIDO
Tu mi piaci perché sei sempre schietta, diretta e soprattutto, sei obiettiva. Mi trovo d’accordo con tutto ciò che hai scritto. penso che in tutte le cose ci sia sempre il rovescio della medaglia. In ogni situazione si trova qualcosa ma se ne perde qualche altra… Ti abbraccio amica e sì, anche per me sarebbe un regalo bellissimo poter chiacchierare con te, occhi negli occhi :*
Oggi andiamo tutte e due di fragole, con dolci completamente diversi ma la fragola c’è! Verissimo, ormai la primavera si è impossessata del tempo e anche se piove, basta avere pazienza e aspettare e il sole torna a scaldarci. Poi comunque la sera si guadagna luce e la luce è indispensabile per vivere. Certo, non avere figli può avere anche i suoi vantaggi. Mia figlia infatti non so quanto tempo è che non si concede anche solo un bel bagno rilassante, con tante candele profumate intorno, per dire. L’altra sera, io e mio marito, siamo stati al cinema a vedere Star wars e anche lei mi ha detto: beati voi. Ma sono momenti. La felicità sta comunque dentro di noi, con figli o senza figli. Io credo sia tutto scritto, noi ci sbattiamo, combattiamo gli eventi ma le cose se devono succedere succedono … forse mi sbaglio ma questa è una mia ferma convinzione. Un abbraccio amica mia, a presto
Brava Terry, la conclusione del suo commento è esattamente il riassunto del mio pensiero. Sta a noi. Sta sempre tutto a noi. Ti abbraccio amica e ti penso <3
Te lo scrivo anche qui: sono una visione, queste chiocciole! Sarà per quel rosso che ribelle esce dai bordi perchè non vuole contenersi e vuole ridere, sarà per il tono integrale che dona un aspetto rustico e verace, sarà per la bellezza delle foto… ma è tutto ancora più invitante del solito! E mi sembra anche molto nordico, questo mood… come può non conquistarmi? Adoro il terzultimo scatto, quello con le foglie che formano un bordo, una protezione, una cornice… ma quello con lo zucchero a velo “che vola” mi incanta, perchè immagino sia la polverina magica che fa accadere le cose belle, che le fa apparire lì sul tavolo, che ce le mette di fronte e ci dice di assaggiare tutto… tutto, tutto. Sorridendo, sì. Come cura, come metodo, come arma, come difesa, come reazione. Come il mio E. (guai a divulgare il nome per intero, ahah) fa sempre!
Ecco perché aspetto sempre il pomeriggio per scattare…o le prime luci del giorno. Perché la luce c’è, ma è fioca…morbida, nordica :) Il sorriso è una cura, cavoli se lo è! La so da sempre questa ,cosa… e senza sorridere io non saprei vivere. Ho il sorriso integrato…anche quando piango un po’ sorrido ;) Ti abbraccio amica :*
Che belle! Questi scatti sono magia!
Grazie di cuore Carmen :*
In effetti è bello poter gestire il proprio tempo libero a piacimento..fino ad ieri la pensavo esattamente come te..poi le cose cambiano e l’esserino che è stato per quasi 9 mesi nella mia pancia stravolgerà le mie certezze, le mie abitudini, i miei ritmi. Prendo tutto quello che di buono la vita mi ha messo di fronte e ne gioisco anche con qualche sacrificio.
Ad una brioche come questa, però, non potrei mai rinunciare e non sai che darei x addentarne una tiepida domattina :-)
Un abbraccio tesoro e felice settimana <3
Certo, le cose cambiano e la vita prende la sua direzione. Anche io immaginavo di potermi prendere cura di un bimbo, ma non è successo Per me, evidentemente, era previsto altro. Penso che la cosa più importante sia riuscire a stare nella propria vita, per come viene, accettare quel che è e anche e soprattutto quel che non sarà e riuscire comunque a goderne al massimo. Un abbraccio stretto dolcezza :*
Ti trovo particolarmente ispirata in questo periodo, la primavera ti fa proprio bene ^_^ E mi riferisco anche alla ricetta naturalmente, che mi piace con quel suo tocco di “quando ti va, anche fra cinque giorni, termina la lievitazine” ahahah molto spontanea! E golosa, io me la sento morbidissima tra le fauci questa brioche mmm!
Buon risveglio dal letargo cara Mary!
Elle cara, ciao :) Mi sto impegnando. Sto coltivando quel pensiero positivo come se fosse un semino. L’ho piantato, gli do acqua tutti i giorni e lo curo. Certo, non è sempre facile, ma mi sto impegnando. Cerco di concentrami sul mio lato chiaro…su quello più bianco. E’ che ora ne sento davvero il bisogno :) Queste brioche sono buonissime…non ti nascondo che ne ho ancora qualcuna e continuano ad essere deliziose. Ne ho appena mangiato un pezzetto ;) Un abbraccio!
(Elle, per favore riferisci ad Alli che ho letto il suo commento e che lo ringrazio tantissimo per le sue parole. Però, il suo commento è finito tra gli spam, e non riesco a tirarlo fuori di lì, uffa :((( )
Ho riferito ad Alli.
Quanto a noi: ti capisco in pieno. La coltivazione è un gioco di calma e pazienza. Più coltivo l’orto, però, più mi rendo conto che è più facile che coltivare me stessa, ecco forse perché mi ci sono appassionata: è davvero rilassante! E questo nonostante gli imprevisti! Con l’orto riesco a lasciar andare, se qualcosa va storto, o ci rido su, con me no. Ci rimugino, voglio capire, accidenti. Coltivare la positività è davvero un esercizio di pazienza e perseveranza, perché implica riuscire a lasciar andare la negatività, e a volte penso, con stupore e tristezza, di essermi nutrita da sempre di negatività o di anti-negatività, che non è positività. Quindi bevo i tuoi pensieri positivi come acqua fresca… anzi no: li prendo come una ricetta che voglio provare a fare anche io!
Un abbraccio!
Grazie per averlo avvisato :)
Coltivare, se ci pensi, è un po’ come impastare. Serve tempo, pazienza… bisogna saper aspettare. Il fatto è che con noi stesse siamo sempre troppo dure. Sempre lì a bacchettarci. Come se non andasse mai bene o non abbastanza. Che sia mania di controllo, perfezionismo, masochismo o non so cosa, però capisco perfettamente. Mi metto quasi sempre in discussione e spesso, mi do colpe che oggettivamente non ho. Ma mi sono stufata. Sto cercando di essere più leggera. Sto cercando di ritrovare il mio lato chiaro. Sono sempre stata una persona solare, positiva e propositiva. Per carità, lo sono ancora, solo che negli ultimi anni, mi sono un po’ incupita. Mi sono concentrata soprattutto sul mio lato crepuscolare. Ho scavato, guardato dentro di me, scandagliato ogni centimetro…ma ora basta, basta davvero. So che non potrò cambiare, so che mi farò sempre 1000 pensieri su tutto, so che non sarò mai superficiale, so che sarò sempre piena di passione e che mi farò male… ma almeno, voglio provare a fare tutto con un po’ più di leggerezza. Senza pensieri pesanti. Apprezzandomi per quel che sono, perché sai cosa? Non sono affatto male, ecco! No, non sono affatto male. E nemmeno tu. Siamo persone vere, di cuore, sincere, sappiamo donare… Insomma, cazzo, valiamo! E basta fare le intransigenti con noi stesse! Dobbiamo imparare a vedere tutto il bello che c’è. Oh! Dai dai dai! pensiero positivo :) Baciotti!
Cara Mary, arrivo qui, lo ammetto, per ammirare le tue bellissime foto. Purtroppo sono a dieta e questa ricetta ancora per un bel po’ non la potrò provare. Sicuramente sarà goduriosa, lo vedo :D
Quanto a ciò che dici… quanta verità. La vita è il frutto di variabili e di scelte. Io ho 31 anni e mi trovo con molte amiche alle prese con i loro primi bimbi. Un figlio non è una cosa che ho mai particolarmente desiderato, al contrario, fin da piccola ho sempre desiderato la mia indipendenza, arrivare a svolgere la professione che amo, viaggiare… essere libera.
Proprio come dici tu, essere libera, dopo i doveri, di dedicare il tempo a ciò che mi piace.
Dire “non mi interessa avere figli” è visto come un’eresia in un modno dove sembra che per forza una donna deve riprodursi.
Giustificarmi con “mi piace essere libera” mi fa pure sentire egoista. Che vita ingiusta :D
Mio marito al contrario desidera tanto un bimbo, così mi trovo ad interrogarmi se effettivamente ho paura che un figlio possa “rubarmi” la vita che mi soddisfa oppure se ho paura di non essere all’altezza.
Dio mio, di una cosa sono certa: avrei voluto essere nata uomo.
:D non so neanche perchè ho scritto tutto questo papiro, ma le tue parole mi hanno davvero fatta entrare in sintonia con te :)
A presto!
Eri
Cara Erica, quanto ti capisco… Anche io non ho mai avuto un istinto materno particolarmente spiccato e lo stesso valeva per mio marito. Poi, verso i 38-39 anni ho cominciato anche io ad accarezzare l’idea di avere un figlio. Ma se devo dirtela tutta, con il senno di poi, credo di aver fatto mie quelle che erano le aspettative di mia mamma ( perché mio papà non ha mai “rotto”) e dei miei suoceri. Comunque sia, bambini non se sono arrivati. Ci abbiamo provato. Abbiamo fatto quel che si poteva finché ce la siamo sentita (soprattutto io, perché certi percorsi, impattano psicologicamente su entrambi, ma fisicamente solo sulla donna). Certo, ci sono stati momenti bui… Non è stato facile accettare, ma lo abbiamo fatto. Forse, è stato proprio “merito” di quell’istinto materno un po’ “incerto” degli inizi, se ho superato tutto questo. Se non ho mai vissuto la mancata maternità come una mutilazione. Non mi sono mai sentita meno donna, anzi. Ci sono donne che senza figli non si sentono realizzate. Come se la loro intera esistenza dipendesse da quello o fosse finalizzata solo a quello. Io, per fortuna, ho sempre creduto che la vera forza risieda nella coppia e nell’amore che lega uomo e donna e ho sempre visto i figli come un’eventualità. Ecco, credo che questo mi abbia “salvata”. Oggi sono serena, ho fatto il mio percorso e francamente, se devo dirti la verità, sto tanto bene così. Non rimpiango nulla. Non mi capita mai di guardare le mie amiche e pensare che vorrei essere al posto loro. Non le invidio affatto, ecco. Sono padrona del mio tempo e della mia vita e il rapporto di coppia con mio marito, va a gonfie vele. Questo per dirti che la vita è tua e solo tua. Che le cose non si fanno per tenere contenti gli altri o per soddisfare quelle che sono le aspettative degli altri, l’idea che hanno gli altri sul senso della vita e sull’evoluzione di una coppia. Contate tu e tuo marito. Solo voi due. E’ naturale che dobbiate ascoltarvi e che tu debba ascoltare te stessa ed è anche naturale che tu abbia paura di perdere la tua “libertà” e caricarti di una responsabilità enorme, che è quella di crescere un figlio… Non bisogna pensare a un figlio solo con pensieri romantici, ma anche e soprattutto tenendo conto di cosa significhi davvero mettere al mondo qualcuno. Quel qualcuno sarà per sempre e non ne faccio solo una questione di dover rinunciare al proprio tempo e alla propria libertà. No, mi riferisco al modo in cui ho sempre inteso io il ruolo di genitore. Un genitore deve educare, supportare, deve essere presente sempre… Un genitore non può pensare di educare un figlio mollandogli tra le mani un cellulare al primo pianto o capriccio. Quindi, sono certa che saprai fare le tue scelte. Anzi, vedrai che tutto pian piano diventerà chiaro. Tu smettila di interrogarti, qui non serve razionalità, perché se segui quella, un figlio non lo farai mai, perché non ti sentirai mai davvero pronta. Che poi, se ci pensi, è più “egoista” chi decide di mettere un figlio al mondo e non chi non lo fa. Alla fine, è chi fa un figlio che soddisfa egoisticamente un suo bisogno, quello di maternità e/o paternità. Sai quante volte dico a mia mamma, scherzando, che io non le avevo chiesto di nascere :) Spero di non averti incasinato ancora di più le idee, ma ripeto, in una decisione così importante, conta solo ciò che desiderate tu e tuo marito. Conta ciò che siete voi e quello che è il vostro legame. Un abbraccio e grazie di cuore per il tuo commento. A presto :*
Cara Dafne, non sai quanto mi trovo vicina a te.
sotto questo aspetto il nostro carattere è identico, mi ritrovo in pieno nelle tue parole, compresa la sensazione di fare propri dei desideri che forse non lo sono ma che lo appaiono dopo grandi insistenze di suocera o di madre o altri.
Magari un giorno ti scrivo una mail, neppure il mio cammino è così semplice purtroppo, se volessi provare le mie possibilità sarebbero molto limitate a causa di una mal formazione e proprio come per te forse vivo questa situazione di incertezza in modo molto più sereno perchè non ho questo bisogno di maternità a tutti i costi.
Ti abbraccio
Erica, sono qui. Puoi scrivermi quando vuoi, così ci confrontiamo :) La mia mail è m4ry72@virgilio.it. Bacio :*
Purtroppo il tempo è così, però è bello riuscire a trovare qualcosa che possa rallegrarci: queste brioche fanno proprio al caso mio :D
Grazie :) Buona giornata e buon weekend!
Buongiorno carissima, vengo a fare colazione da te e che colazione incredibile trovo, tutto straordinario ma del resto qui in casa tua solo bellezza e accoglienza.
Buona Domenica 🌷