E così, almeno tecnicamente, è arrivato l’autunno. Un autunno che diventa ogni anno più caldo. Se provo a chiudere gli occhi, a stringerli forte e a ripensare agli autunni passati, a quelli più lontani, li ricordo diversi…
Ricordo un maglioncino di cotone sulla pelle e la temperatura frizzante, stemperata dal calore di un sole dorato; le foglie dai mille colori, selvaggi e indisciplinati; la rugiada e l’odore di terra bagnata la mattina presto.
Forse la mia memoria mi inganna, ma davvero se chiudo gli occhi li ricordo così gli autunni passati, mi sembra di vederli tutti lì in fila, allineati, tenuti insieme da un cordoncino di spago. L’autunno, prima, difficilmente tentennava. Arrivava e basta. Si prendeva il suo posto, il suo spazio e mandava via l’estate senza troppo garbo.
Ora, invece, le stagioni hanno l’abitudine di sconfinare. Si infilano l’una dentro lo spazio dell’altra e si divertono a confonderci e a farci sperare ora che arrivi il caldo e ora che arrivi il freddo, a seconda delle fazioni. Un po’ come i tifosi di calcio, che parteggiano per quella o quell’altra squadra.
L’autunno è poetico, crepuscolare, pacato e allo stesso tempo avvolgente. Sa ascoltare e invita a vedere. A vedere davvero. E io lo aspetto.
E nell’attesa, sforno torte…
Avevo voglia di un dolce da credenza, di quelli semplici, soffici e profumati di burro. Di quelli che già mentre li prepari ti inebriano con i loro colori e profumi. Di quelli che non puoi resistere e devi per forza affondare un dito nell’impasto crudo per sentirne il sapore sulla punta della lingua. E poi, avevo tante prugne da consumare. Quelle che mi ha regalato mia mamma. Avrei potuto prepararci una confettura, e invece no, avevo proprio voglia di metterle in una torta.
Il risultato, è sotto ai vostri occhi. Una torta fondente, che profuma di limone e cannella, dalle note leggermente acidule, e arricchita dalle mandorle. Il tutto impreziosito da qualche goccia di sciroppo d’acero.
Un dolce da fare e rifare e che, utilizzando frutti diversi, si trasforma ogni volta in qualcosa di nuovo :)
Corro… è tardi! Buon inizio settimana, alla prossima settimana!
M.
Per uno stampo da 18 cm a un massimo di 22
- 3 uova medie
- 120 gr di farina 00 autolievitante
- 80 gr di farina di mandorle
- 110 gr di burro leggermente salato morbidissimo
- 185 gr di zucchero
- 125 gr di yogurt greco al 5% di grassi
- 1 limone (scorza grattugiata)
- 550 gr di prugne
- 3 cucchiai di zucchero
- 1 cucchiano di cannella in polvere
- q.b. di sciroppo d'acero
- q.b. di mandorle a lamelle
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Accedete il forno a 180° in modalità statica e imburrate infarinate uno stampo a cerniera.
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Lavate le prugne, affettatele sottilmente e mettetele a macerare con il succo di limone, i 3 cucchiai di zucchero e la cannella.
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Lavorate con le fruste il burro con lo zucchero e la scorza di limone, fino a ottenere un composto bianco e soffice. Aggiungete un uovo alla volta e lavorate sempre con le fruste fino a incorporarle completamente. Aggiungete le due farine (+ il lievito, se non disponete di quella autolievitante) e lo yogurt.
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Aggiungete quasi tutte le prugne all'impasto, mescolate e trasferite nella tortiera. Livellate la superficie e decorate con le prugne tenute da parte. Aggiungete le mandorle a lamelle e completate con qualche cucchiaio dello sciroppo che è rimasto sul fondo della ciotola in cui avete messo a macerare le prugne.
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Infornate per circa 50/55 minuti. Verificate la cottura con uno stuzzicadenti, che dovrà risultare asciutto. Sfornate e fare raffreddare nello stampo prima di sformare il dolce. Trasferite su un piatto di portata, distribuire sulla superficie una quantità di sciroppo d'acero a piacere e servite.
- La farina di mandorle potete farla voi, triturando finemente le mandorle in un cutter.
- Potete sostituire la farina autolievitante con farina 00 normale e aggiungere all'impasto 8 gr di lievito per dolci.
4 Comments
Mamma mia che bontà Mary! Questa è proprio una torta coccolosa, da mangiare facendola sciogliere in bocca, senza masticare, per assaporare con ancora più lentezza, la sua bontà. Si, davvero un passaggio lento quello che dall’estate all’autunno … anche da noi, il secondo fa fatica a cacciare l’estate. Ci riesce solo di sera, dopo una certa ora ma al mattino, al sorgere del sole, l’estate non ne vuole sapere di abbandonarci. Io non mi lamento, ben inteso. Facciamo che io ti passo una fetta della mia torta e tu me ne dai una della tua? So che ti piacerebbe molto anche la mia … un abbraccio grande amica, buona settimana
Guardo quell’impasto… mi piace perchè è umido, come la terra dopo il temporale, come la spiaggia nel punto più vicino al mare, come il bucato da asciugare in attesa del sole. Le torte da credenza devono essere proprio così, avere quell’umidità e quella morbidezza, quel sapore rassicurante che non stanca mai, quel tocco di semplicità che non è mai banalità… perchè è vero che ogni giorno compiamo riti e abitudini ma c’è modo e modo di farlo… e modo e modo di goderne…
L’autunno è qui, chissà cosa avrà da dirci. Sono curiosa di sentire la sua voce, che tono ha, che cosa consiglia, che cosa racconta, che cosa svela… mi metto seduta, la torta è ancora intera, non c’è fretta…
L’Autunno è la MIA stagione Mary: i colori, il clima, i rumori, i profumi. Però si, hai ragione, adesso le stagioni sconfinano, questo Autunno che sembra ancora Estate anche se gli alberi se ne sono già accorti e hanno già le foglie gialle pronte per cadere…. Stamani però era frizzante sai, mentre salivo in auto pensavo: dovevo prendere un foulard!
La tua torta fa Autunno, fa casa, fa calduccino mentre fuori piove, fa affetto….. bella la mia Mary!
..e si le stagioni ormai si abbracciano e non si mollano :-P cmq oggi qui è piuttosto frizzante l’aria e una fetta di questa torta con la prima tisana di stagione ci starebbe proprio bene ^_*