Così, dopo il primo post dell’anno, quello in cui tra una riflessione e l’altra vi ho portati a spasso per il centro storico di Cisternino (qui), ecco che è arrivato anche il momento della prima ricetta del 2018.
Ci ho messo un po’ prima di riaprire i battenti della mia amata cucina, ma avevo bisogno di ricaricare le pile. Di raccogliere idee e trovare nuovi stimoli. Di ascoltarmi dentro e di trovare l’ispirazione giusta.
Non amo fare le cose in modo meccanico, soprattutto quelle che mi fanno stare bene e mi rigenerano.
Per me questo blog è aria. Cucinare, scattare foto, raccontare storie è quanto di più bello possa esserci. E’ la mia “via di fuga” sana, quella che mi consente di esprimermi e di tirar fuori tutto ciò che ho dentro.
Un’amica, qualche settimana fa, mi ha detto che mi “invidia”. Che invidia questa mia passione, questo mio entusiasmo, la mia costanza nel portare avanti questo progetto di puro amore.
E se devo essere sincera, certe volte mi fa davvero strano il fatto che dopo quasi 7 anni, io sia ancora qui, a raccontarmi tra queste pagine.
Mi fa strano perché non immaginavo che il semplice gesto di aprire un blog, potesse diventare elemento centrale della mia vita, delle mie interazioni, di tanti dei miei rapporti umani, della mia crescita personale e di quella delle mie passioni. Del mio cambiamento più profondo.
Probabilmente è vero che il nostro destino è già scritto da qualche parte e che sta solo a noi trovare la strada giusta per arrivare fino in fondo. Per arrivare al traguardo, intendo.
C’è chi ci arriva prima, chi dopo, e chi, magari, l’ha raggiunto o già ci sta sul suo traguardo e nemmeno se ne rende conto, perché non sa leggersi dentro, perché ha paura. Allora gira a vuoto, in cerca di qualcosa che non arriverà mai. Sapersi leggere dentro, saper leggere i segni, non è roba da tutti. Come non lo è voler guardare. Serve coraggio e quello, o lo hai, o non lo hai. Credo che il coraggio non si possa imparare, ci si nasce e basta.
Così, eccomi tornata a fare quel che più amo…a cercare la luce giusta per scattare una foto. E’ una metafora, ovviamente, perché in quel “cercare la luce giusta per scattare una foto”, c’è tanto…e ha a che fare con la vita di tutti i giorni.
Così oggi la cucina riapre con un piatto ricco di verdure: le cime di rapa biologiche della mia mamma, il cavolo viola e le patate viola. C’è anche tanta “pugliesità”, visto che ci ho aggiunto la stracciatella e le briciole di tarallo. Un piatto colorato, saporito, ricco ma al tempo stesso semplice e veloce, proprio come piace a me :)
Vi auguro un buon inizio settimana, noi ci rivediamo qui lunedì prossimo!
Per 2 persone
- 400 gr di patate viola
- 300 gr di cimette di rapa (peso al netto degli scarti)
- 4 fette spesse di cavolo viola
- 160/200 gr di stracciatella pugliese
- 2 taralli sbriciolati grossolanamente
- Per il dressing
- 1 limone (la scorza grattugiata)
- 2 cucchiai di olio evo
- 2 cucchiaini di miele d'acacia
- 1 cucchiaino di senape di Digione
- Per completare il piatto
- q.b. di origano
- q.b. di rosmarino
- q.b. di olio evo
- q.b. di sale e pepe
- q.b. di pepe rosa
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Mondate le verdure, pelate le patate e lavate tutto molto bene.
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Accendete il forno 220° in modalità ventilata e mettete dell'acqua salata sul fuoco (vi servirà per sbollentare le cimette di rapa).
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Rivestite due teglie di carta forno, ungete con olio evo e disponete in una le fette di cavolo viola e nell'altra le patate tagliate come più preferite (a fette, bastoncini o in pezzi grossi). Salate e pepate.
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Mescolate in una ciotola l'olio con il miele, la senape e la scorza di limone e distribuite questo composto sulle patate e sul cavolo viola. Completate con origano, rosmarino e un filo d'olio.
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Infornate prima le patate e poi, dopo circa 10/12 minuti, il cavolo viola. Le due verdure hanno tempi di cottura differenti. Il cavolo circa 20 minuti, le patate viola 30/35. In ogni caso verificate la cottura di entrambe prima di sfornarle.
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Sbollentate le cimette di rapa, scolatele bene e conditele con un filo d'olio evo. Tenetele in caldo.
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Distribuite le verdure (calde, mi raccomando) nei piatti di portata, completate con la stracciatella, origano, briciole di tarallo, pepe rosa, scorza di limone grattugiata al momento e a piacere un filo d'olio. Servite subito.
- Vi suggerisco di cuocere cavolo viola e patate separatamente, in quanto i tempi di cottura sono differenti.
- Vi ho consigliato dosi di verdure che vi consentiranno di ottenere due piatti ricchi come quello che vedete in foto. Decidete voi se aumentare o diminuire le dosi.
- La quantità di dressing è perfetta per le dosi di verdure che vi ho indicato, pertanto, qualora ne prepariate in quantità maggiore, aumentatelo di conseguenza.
- Le briciole di tarallo possono essere sostituite con quelle di grissini, cracker o altro prodotto simile. Ma il tarallo, con le sue note di semi di finocchio, ci sta benissimo.
- Al posto della stracciatella pugliese potete usare, burrata, feta, o altro formaggio a piacere. Sceglietene uno ricco e cremoso.
18 Comments
Adoro questo piatto perchè c’è dentro tanto di te, come persona intendo. La genuinità dei prodotti della tua terra, la ricercatezza della luce, il bilanciamento dei sapori..un mix che sa proprio di te!
Benritrovata tesoro in tutta la tua spontaneità!
Grazie di cuore per le tue parole Consu…ti abbraccio forte <3
Un piatto che è un capolavoro assoluto.
Uh! Grazie Alli! Provate a piantare le cime di rapa nel vostro orto…penso che potrebbero crescere bene, non è una verdura complicata da coltivare, sai? Anzi…
Bella la tua idea, in questo periodo devo rimettermi a mangiare molta più verdura e, questa versione golosa ed accattivante mi fa una gola che neppure immagini…..
Un abbraccio cara, buon inizio <3
La verdura è sempre necessaria ;) Io cerco di non farmela mai mancare…frutta e verdura in abbondanza. In questo periodo bicchieroni di spremuta d’arancia :) Baciotto Simo!
lo dicono anche a me: che bella la tua passione – e poi pensano, comunque che non ci voglia niente.
ci vuole passione invece, e dedizione, e voglia.
e come hai ragione quando dici che bisogna guardarsi dentro, trovare le risposte, anche se non è facile, bisogna avere il coraggio di farsele e di rispondere a queste domande, e le mie sono piuttosto scomode devo dire.
ma con pazienza, a colpi di fotografie, si riesce a trovare anche la strada, si vede il dietro delle cose, si capiscono tante cose. almeno per me è così, quando faccio le foto “vedo” altro insieme al soggetto, è come se vedessi dentro di me….
come siamo complicate Mary!
per questa meraviglia di verdura, per questa meraviglia di foto, per queste emozioni che passano: GRAZIE!!!!
Esatto…ci vuole dedizione, pazienza, costanza e voglia. Bisogna volerlo, sentirlo. Ma la costanza, la perseveranza, non appartengono a tutti. In tal senso, mi sento fortunata anche se in alcuni casi, dovrei averne un po’ meno di pazienza e perseveranza, soprattutto quando si tratta di lasciar andare…
Siamo complicate, è vero, però siamo vere, genuine, trasparenti e non abbiamo paura dei sentimenti, delle emozioni…no, noi li rincorriamo, li cerchiamo li desideriamo e li facciamo nostri, come facciamo con la luce, quando dobbiamo scattare una fotografia :) Un bacio Sandra e grazie <3
Cara Mary,
anche il mio blog è il rifugio che preferisco. E’ proprio per questo che mi concedo di aprire quel cassetto solo in determinati momenti. Perché sono i miei ricordi, sono i miei attimi. Senza regole, senza obbligo. Solo io e la storia che voglio raccontare, che vorrò poi senz’altro rileggere tra anni. Mi immagino rannicchiata su una poltrona coi capelli bianchi rileggermi tra le righe che scrivo. Suppongo sarà divertente e malinconico.
Mi piace la tua delicatezza, il tuo tocco noir spezzato dal verde brillante delle cime di rapa e l’oro dei taralli, le tue lievi parole che si posano sulla grigia e dura pietra. Ti stringo forte.
E’ vero…è così. Questo è un diario e ti dirò che spesso mi ci perdo. Mi capita di rileggere cose e di pensare: cavoli, ma le ho scritte io? E’ così strana la sensazione. E’ strano rileggersi e rendersi conto che in alcuni momenti ci si è messi completamente a nudo…credo che questo blog resterà qui per sempre. Anche quando non avrò più la forza di fotografare e scrivere e sì, capita anche a me di immaginarmi con i capelli bianchi a sfogliare queste pagine :) Grazie per essere passata. Ti abbraccio anche io :*
Io invece ti invidio tutta questa bella verdura, soprattutto le cime di rapa, che adoro! Questo piatto, hai ragione, ha molta pugliesità e non posso che adorarlo. Io capisco benissimo il tuo discorso, perché provo le stesse sensazioni. Il mio blog per me è una boccata d’aria, una gioia, una passione … ognuno ha le sue di passioni. E quando mi metto in cucina con in mente una ricetta? Ecco, quello poi è un momento solo mio e lo affronto con una pace e una calma che non posso spiegare ma so che tu capisci. Buona continuazione di settimana amica. Ci ho messo un po’ ad arrivare ma sai che con i bambini il mio tempo si è molto ridotto. Un bacio
Ma da te non si trovano? Sai che pensavo che arrivassero lì? Ricordo che a Milano riuscivamo a trovarle al mercato. Comunque sono troppo buone, io le adoro :) Secondo me noi siamo fortunate. Avere una passione così forte è una cosa bellissima, almeno, io mi sento fortunata :) Un bacio e buon inizio settimana :*
Si, le trovo ma mica così buone … per lo più arrivano quelle napoletane, un po’ lunghe, hai presente?
Sì, sì, ho capito quali sono…restano un po’ più durette. Hai ragione…non sono buone come le mie! Ahahahah! (Ti faccio i dispetti :P)
Mi piace venire qui e trovare del grigio, sul tavolo e su quella coperta, posata sulla sedia, dove sta benissimo a riposare anche se con un occhio guarda tutto quello che fai… quanti colori sono passati sotto al nostro obiettivo, nei cibi e nei props usati… quanta strada dagli inizi ad oggi… forse non ce ne rendiamo conto fino in fondo di quanto importanti siano tutti i cassetti dei nostri blog, così pieni, più pieni di una dispensa, così ricchi, così ricchi di vitavera… in ogni sfumatura, da quella della luce a quella emotiva, ci siamo noi, i gusti che cambiano, le ricette che ci conquistano, il nuovo che avanza e le origini che non mutano… tutto un mix, tutto insieme, tutto vicino, tutto a portata di assaggio ogni volta che vogliamo…
Il tempo per quello che amiamo. Per quello che merita. Le scelte. Le verdure freschissime. Le briciole di tarallo che sembrano pepite. Quel cordino, a legare e tenere.
Esserci. Così.
Mamma mia Fra, è vero…quanta vita c’è in queste pagine. Perché alla fine i racconti, le foto, i cibi, gli ingredienti e il modo di presentare tutto fanno parte della nostra vita, di quel che siamo, di quel che eravamo. E’ un po’ come rileggere all’indietro un diario. E’ strano come certi stati d’animo e certi pensieri siano ancora attuali e come certi altri, invece siano superati. Archiviati, direi. E’ bello vedere le evoluzioni, i cambiamenti ma anche le certezze. Tu, per esempio, ci sei ancora e ci sarai sempre <3 Come io per te :*
Cara Mary, le foto viste su instagram mi sembravano le tue solite foto bellissime. Qui dal computer, così grandi, mi sono scoppiate addosso in tutto il loro splendore! Ho pensato: se questa nuova luce nelle foto è una metafora, cavoli, il tuo 2018 sarà fantastico!
A proposito di cavoli, mi sono staccata dalle foto e concentrata sul cibo quando ho letto l’ultima frase sul formaggio “ricco e cremoso”, allora mi è venuta l’acquolina in bocca, ma già quando parlavi della senape, che io ho iniziato ad usare grazie alle tue ricette in cui mi sembrava golosissima, stavo facendo qualche calcolo sugli ingredienti e… niente, non ho cime di rapa.
Dicevo che non si possono coltivare qui perché pensavo che il clima umido, piovoso, tetro, nebbioso non sia l’ideale, ma se scopro che vivono anche senza sole, allora non ci penso due volte. Mi pare di aver adocchiato i semi bio mentre facevo la lista della spesa sul mio sito di fiducia, andrò a controllare ;)
Grazie per la ricetta e per la ventata di luminosità delle tue nuove foto. Buon fine settimana!
Che bello questo commento Elle! Grazie di cuore :). Sono felice che questa luce ti piaccia. Non so, ma ora, quando immagino le mie foto nella testa (perché le immagino prima lì), le vedo così…più luminose. Probabilmente c’è una nuova luce dentro di me, e questa cosa si riflette anche sui miei scatti. Il dark mood mi appartiene, mi ci sento a mio agio, ma non ti nascondo che ora mi sento a mio agio anche in questa nuova veste. Sento che mi appartiene :) Vediamo quali saranno le evoluzioni. La cima di rapa si può coltivare anche lì al nord, però occorre scegliere varietà precoci, perché le gelate possono danneggiarle e quindi bisogna raccoglierle prima dei mesi più freddi. Ho trovato questo link, magari può tornarti utile https://www.ortodacoltivare.it/verdure/cime-di-rapa.html.
Se riesci a coltivarle, poi ti passo un bel po’ di ricette pugliesi ;) Bacio e buon inizio settimana!