This feeling…beh, direi che questa dovete proprio lasciarla partire, fidatevi…
#disorientata Mary è sempre qui, persa nel suo spazio e nel suo tempo…e ancora una volta, quasi come ogni anno da una vita a questa parte – e giuro che mi viene da ridere solo a scriverlo – mi sono ritrovata a chiedere in che giorno arriva Pasqua. E no, non mi riferivo alla data, ma proprio al giorno della settimana! Cioè, ma lo sanno tutti che Pasqua viene sempre di domenica e che la Pasquetta cade sempre di lunedì, altrimenti non si chiamerebbero domenica e lunedì di Pasqua, giusto?
Certo, giusto per molti, ma non per tutti, evidentemente! :)
Comunque ieri, calendario alla mano, mi sono cerchiata con una biro rossa tutti i prossimi giorni di festa e ho realizzato che ci sono dei bei “ponticelli” all’orizzonte! Questo vuol dire che avrò un po’ di tempo tutto per me, e già comincio a essere impaziente e a sfregarmi le manine. Potrebbe essere l’occasione per andare da qualche parte, magari in Salento.
Intanto c’è di buono che si è concluso un periodo lavorativo piuttosto pesante e tra l’altro con esiti molto soddisfacenti, pertanto, anche io mi sento un po’ più tranquilla e leggera e questo si riflette positivamente anche sul mio umore, che riesco a gestire con un po’ più di scioltezza.
Aggiungiamoci pure che la modalità #machisenefrega è attiva, così ecco che tutti i tasselli vanno al loro posto, precisi ed ordinati. La modalità #machisenefrega aiuta tantissimo e a volte salva pure la vita, nel senso che vi impedisce di andare al manicomio, che qui, a star dietro a tutto e tutti si rischia davvero di sbarellare.
E’ che a volte, nonostante l’impegno, mettere in pratica il mio proposito di non sprecare pezzi di vita nel cercare di capire cosepersonesituazioni che sfiancano, mi viene davvero difficile perché io lo spirito e l’animo da strafottente non ce l’ho proprio, e mi viene ancora più difficile se penso che io, certi comportamenti, non li terrei mai.
Ma come diceva un mio caro amico, tu sei tu e gli altri sono gli altri. E gli altri, vanno accettati per quel che sono. Se ci sta bene, okay, se non ci sta bene, ciao! Ci si tiene alla larga. Certo, direi che il discorso non fa una piega. Peccato che con la teoria siamo tutti bravissimi, è la pratica che ci fotte! E a volte non servono nemmeno anni di vita e di esperienze varie per farci cambiare. Se siamo “fessi”, “fessi” rimaniamo.
E’ il caso di dire che io sono “fessa” e contenta, perché se si è buoni e aperti verso il mondo e verso gli altri, difficilmente si cambia. Difficilmente s’impara a provare rancore e ad alzare barriere. Il “problema” di chi è fesso buono come me, semmai, è quello opposto. Io sono totalmente incapace di vivere secondo la regola dell’occhio per occhio e dente per dente. Il rancore mi può accecare al momento ma poi, puff…magicamente scompare! Anche se mi costa fatica, quando è necessario, so tenere il punto. Se sento di aver sbagliato, so fare un passo indietro e chiedere scusa e se non mi sento più la “benvenuta”, mi faccio da parte. Detesto sentirmi “di troppo”.
Comunque, tutto questo per dire che ora arriva Pasqua e dobbiamo impegnarci ad essere più buoni e soprattutto più “leggeri”! Ma per noi stessi, mica per gli altri! Quindi attiviamo tutti insieme la modalità #machisenefrega e viviamo felici e contenti :)
E sempre per rimanere in tema di feste, vi lascio la ricetta di queste sofficissime mini corone che ho preparato per l’ultimo numero di Taste&More. Sono buone e profumate e se ci pensate, somigliano a un abbraccio soffice e pieno d’amore. Sono perfette per una colazione-coccola o anche per una merenda speciale. Io, fossi in voi, valuterei di prepararle anche per il picnic di Pasquetta, direi che sono il dolcetto ideale da mettere nel cestino insieme al termos del caffè! Provatele e fatemi sapere!
Vi saluto e vi auguro un bellissimo weekend! E mi raccomando, godetevi ogni momento del vostro tempo, a presto!
MINI CORONE GLASSATE CON ANICE, PANNA, MIELE E MANDORLE
Ingredienti per 10 mini corone
Per l’impasto
300 g di farina “0”
70 ml di panna fresca
70 ml di latte tiepido
50 g di burro salato
50 g di miele d’acacia
30 g di zucchero
3 g di lievito di birra disidratato
1uovo medio
2 frutti d’anice
latte q.b. per spennellare
Per la finitura
4 cucchiai di confettura di albicocche calda
3 cucchiai di zucchero a velo
1 cucchiaio di acqua ghiacciata
Mandorle a lamelle tostate q.b.
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PROCEDIMENTO
Mettete la panna, il latte e i frutti d’anice in un pentolino, ponete su fiamma bassa e fate riscaldare senza portare a ebollizione. Coprite e lasciate in infusione per 30 minuti.
Per il prefermento, mettete nel cestello della planetaria 100 g di farina, latte e panna filtrati con un colino e il lievito. Lavorate alla prima velocità fino a ottenere un composto omogeneo, coprite e lasciate lievitare per circa 40 minuti.
Mettete burro, zucchero e miele in un pentolino, ponete su fiamma bassa e fate sciogliere bene, girando spesso.
Aggiungete al prefermento la farina rimasta, il composto di burro a temperatura ambiente e l’uovo. Lavorate alla prima velocità per circa 10 minuti, fino a ottenere un impasto compatto ed elastico. Lavorate brevemente con le mani, formate una palla, coprite con pellicola e fate lievitare fino al raddoppio della massa ( ci vorranno come minimo 3 ore).
Trasferite su un piano di lavoro e dividete in 10 parti uguali.
Ricavate da ciascuna dei cilindri lunghi circa 30 cm. Arrotolate ciascun cilindro su se stesso, dandogli la forma di una piccola corona. Disponete ogni corona su una leccarda rivestita di carta forno, mantenendo le distanze tra un dolcetto e l’altro, coprite con un canovaccio e fate lievitare per circa due ore.
Accendete il forno a 220° in modalità ventilata, spennellate bene le mini corone con il latte e infornate nella parte media. Qualora dovessero prendere da subito troppo colore, riducete la temperatura a 200°.
Fate cuocere per circa 20 minuti.
Una volta cotti, sfornateli e spennellateli bene con la confettura di albicocche calda, cospargete con le mandorle tostate e completate con la glassa allo zucchero ottenuta mescolando bene lo zucchero a velo con l’acqua ghiacciata.
Fate asciugare bene la glassa prima di servirli.
8 Comments
Uhmmm amica mia, qua mi prendi per la gola! Mi presenti un lievitato dolce, soffice e profumato … tu lo sai che io ci vado a nozze. Mi tocca salvarmi la ricetta ;) Per la modalità #chisenefrega ci sono da un pò di anni. Ho fatto tanta fatica, mi sono presa tante randellate in testa, ho avuto tante delusioni ma alla fine ci sono arrivata. Se una persona mi piace bene, se non mi piace ciao! Come hai detto tu … anche quelle che mi fanno del male; ciao! All’inizio ci sto male, mi faccio mille paturnie ma poi me ne faccio una ragione e le dimentico proprio, le cancello dalla mia memoria. Passo alla modalità #chesenefrega. E’ l’unico modo per non soffrire. Del resto mia nonna diceva: chi ti ama ti merita. E forse aveva ragione … Tanti baci tesoro
Devo ancora migliorare con il #chisenefrega…però sto facendo progressi. Tanto ormai a farti male sono proprio gli insospettabili. Una cosa è certa, però, ho smesso di colpevolizzarmi o attribuirmi colpe che non ho. Ed è già un bel progresso! Un abbraccio amica mia <3
Mi sa che noi “fesse” difficilmente riusciamo ad attivare la modalità #chissenefrega come dici tu la teoria è facile e non fa una piega, ma la pratica è un altro paio di maniche!
Cmq ti prometto che farò il possibile x seguire i tuoi consigli ^_^ soprattutto quello di replicare la tua ricetta e metterla nel cestino del picnic di Pasquetta ^_^
Buon we <3
Dovremmo imparare Consu…che qui ci facciamo male solo noi. Un abbraccio :*
Io invece sono campionessa di taglio ponti con le persone . . . mi fai un torto? ok, bene, se vedo che non l’ hai fatto apposta ne parliamo ma se solo vedo una punta di male volontario o menefreghismo allora basta, serena come un pascià elimino il rapporto, non ho tempo e voglia di stare dietro sempre a tutti, siamo adulti, se ci arrivo io, lo puoi fare anche tu!!
Qundi ecco, per quanto mi riguarda la modalità #chissenefrega è sempre on!!
Ma guarda poi che meravigliose queste coroncine!! Io sono appena uscita dal tunnel delle colombe, mi sono incastrata con i tempi e le cuocio domani sera, ma mi è rimasta la volgia di dolci lievitati, lo stress di questi giorni non mi è bastato!!
Un bacione carissima, buon inizio settimana!!
Sì, alla fine si taglia, è inutile girarci attorno. Solo che certe rotture boh…e certi comportamenti fanno male se arrivano da persone a cui tenevi tantissimo e soprattutto in modo del tutto gratuito. Non so Silvia, io faccio fatica a volte. Insomma accetto, vado avanti, supero…ma se mi capita di fermarmi a pensarci sopra, beh, mi girano proprio le palle…
Un abbraccio :*
A Roma siano un po’ meno fini e diciamo, come sai, sticazzi… :-) Ma il concetto è quello… e significa farsi scivolare addosso alcune cose, andare oltre, non prendersela sempre per tutto, mollare la presa e puntare sulla leggerezza, non ostinarci su quello che non può essere cambiato, superare, fare passi avanti e adios… insomma, più sticazzi e meno affanni, meno pensieri, meno pippe mentali… in nome di un benessere nostro, staccato dagli altri e non condizionato soprattutto dagli altri… le persone che ci fanno del bene solo sono preziose, tutto il nostro impegno e il nostro affetto deve canalizzarsi lì, amica… ci vuole un club piccolo e fidato, il club dello sticazzi sano e liberatorio! Posso fare la presidentessa o la vice, dipende se vuoi il ruolo tu, ahaha! Ovviamente la merenda sarà a base di cose così buone e profumate, da mangiare in riva al mare o sopra muretti bianchi assolati… io già non vedo l’ora sia giugno! ;-)
Sticazzi! AHAHAHAH! Ho sempre amato questa espressione. Voglio vivere secondo la regola “sticazzi! Io! :P