Un gatto non vuole che tutto il mondo lo ami, solo quelli che lui ha scelto di amare.
Helen Thompson
L’estate è esplosa all’improvviso, il 20 giugno, come una bomba… BUM! Venerdì ha toccato l’apice, con 44 gradi e un livello di umidità da paura e guarda caso, uno dei miei condizionatori ha deciso di mettersi in sciopero. Sembrava morto e io credevo di impazzire. Per fortuna il tecnico è riuscito a ripararlo. Non so dalle vostre parti, ma qui da me ci sono continui sbalzi di tensione, e ho come la sensazione che gli elettrodomestici non funzionino a pieno regime.
Comunque, caldo a parte, riemergo da due settimane difficilissime… Non si sa come, ma Mirtillo ha contratto il Parvovirus, un virus gastrointestinale potenzialmente letale. Dico che non so come l’abbia contratto perché lui è regolarmente vaccinato anche per quel virus, è un gatto domestico, non incontra altri animali e noi siamo sempre attenti a lasciare fuori dalla porta le nostre scarpe. Però, a quanto pare, contrarlo è facilissimo, basta aver accarezzato un animale infetto, ed è fatta, te lo porti a casa. Anche se io non ricordo di aver accarezzato animali…
E in più, abbiamo appreso che la vaccinazione non copre al 100%. Lo si può contrarre comunque, solo che se l’animale è adulto, come nel caso di Mirtillo (che ha quasi due anni), l’organismo riesce a combatterlo meglio. Quando colpisce i gattini piccoli, li può portare alla morte in tre giorni. Il problema è che non esistono cure specifiche, devono essere gli anticorpi a resistere e combattere.
Ciò che ha giocato a nostro favore è stata la tempestività. Quando abbiamo visto che Mirtillo ha cominciato a star male lo abbiamo portato immediatamente dal veterinario, che non immaginando si trattasse di Parvovirus, gli ha somministrato un antiemetico e ce lo ha fatto riportare a casa. Due ore dopo, eravamo punto e a capo. Così, lo abbiamo riportato in clinica e il veterinario ci ha suggerito di ricoverarlo, perché in attesa di fare gli approfondimenti del caso, era necessario idratarlo e nutrirlo con la flebo. Lasciarlo lì è stato bruttissimo… Mi sentivo morire.
Due giorni dopo, quando ci è stato comunicato ciò che aveva, è stato davvero difficile, perché noi eravamo andati lì per riportarlo a casa e invece siamo sprofondati nella paura e nel dolore, perché non si sapeva se sarebbe guarito, se sarebbe riuscito a sconfiggere il virus. È stata dura per lui e lo è stato anche per noi. L’idea di perderlo ci ha tolto 10 anni di vita. Saperlo lontano da casa, in una gabbietta piccola piccolissima, mezzo rasato (perché per escludere la presenza di una pancreatite o di altra infiammazione, gli hanno fatto anche un’ecografia), con la flebo attaccata alla zampina, ci faceva stare troppo male. Si è anche fatto la pipì addosso, lui che è tutto precisino.
Siamo andati a trovarlo tutti i giorni, per fargli sentire la nostra presenza, per fargli sapere che noi c’eravamo, che non lo avevamo abbandonato… Lì non voleva mangiare. Era depresso. Sentiva la nostra mancanza, tant’è che lo hanno dimesso prima del previsto. Hanno parlato di “dimissioni esplorative”. Abbiamo completato la cura antibiotica a casa.
Il momento in cui è rientrato qui a casa è stato straziante. Lo aveva capito fin dal garage… Una volta varcata la soglia si è girato verso di noi e ha miagolato, l’ha fatto per tre volte, come a dire grazie, grazie, che gioia... Era mogio mogio, camminava piano piano, con la coda bassa, mentre lui, solitamente, è vispo, coda alta e passo scattante. Il classico micio Mojito. Comunque, pian piano ha ricominciato a mangiare. Poco, ma mangiava. Ogni giorno di più. Ora ha terminato la cura antibiotica, ha riacquistato tutto il suo appetito e buona parte della sua vitalità. Mirtillo ha sconfitto il virus e per fortuna è ancora qui con noi, e spero ci resti per tanto, tantissimo tempo.
L’amore che si può provare per un animale è indefinito. Non ho figli, ma per me, lui è un bambino. È il mio bambino e io sono la sua mamma. Non vedo l’ora che possa lasciarsi questa brutta esperienza alle spalle e spero con tutto il cuore che non gli capiti mai più qualcosa di brutto che ci costringa a tenerlo lontano da noi. Lo spero soprattutto per lui, perché voglio che stia sempre bene, ma egoisticamente, lo voglio anche per noi, perché quando ami qualcuno, vuoi che resti con te per sempre.
Lui è parte della famiglia, al punto che ci segue sempre, anche in viaggio e quest’anno prenderà per la prima volta l’aereo. Finora ha viaggiato solo in macchina. In lungo e in largo. Si mette in grembo alla sua mamma e se ne sta buono. È un micio speciale e lo amo tantissimo.
Quando Mirtillo ha iniziato a sentirsi male, eravamo in procinto di partire per le Marche. Per fortuna il proprietario della struttura che avevamo prenotato ha compreso la situazione e ci ha concesso di rimandare senza l’addebito di penali… E infatti, a breve si parte. Non vedo l’ora, perché ho bisogno di staccare un po’, e soprattutto ho bisogno di svagarmi e scaricare la tensione accumulata nelle ultime settimane. Ho voglia di scattare tantissime foto. Al mio ritorno, spero di potervi raccontare qualcosa di bello e, magari, di lasciarvi qualche suggerimento.
Prima di andare vi lascio la ricetta di questa golosissima crema di pomodori arrosto, con olive, capperi, alici e ricotta. Bella da vedere, perché sembra un giardino fiorito, e gustosissima da mangiare. Cremosa, profumata e caratterizzata da un gioco di contrasti di sapore che tengono le papille gustative sull’attenti. Si prepara velocemente e renderà felici tutti, perché è una coccola e il suo colore mette di buonumore all’istante. Accompagnatela con del pane tostato e si trasformerà in un piatto completo.
Ora è davvero tutto, passo e chiudo e vi do appuntamento a prestissimo.
Buona settimana,
M. 🍃



- Per la crema di pomodori
- 1 kg di pomodori ciliegia o datterini
- 1 cipolla rossa
- 1 scalogno
- Mix di origano, timo, basilico, maggiorana, scorza grattugiata di un limone bio, aglio in polvere
- q.b. di olio evo, sale, pepe, miele d'acacia (siate generosi con olio e miele)
- q.b. di acqua bollente
- Per completare
- q.b. di capperi sotto sale (dissalati in acqua), olive (io olive nere arrosto e taggiasche in salamoia), alici sottolio, maggiorana e basilico fresco
- 100 gr di ricotta di mucca
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Accendete il forno in modalità ventilata a 220°
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Rivestire un'ampia teglia con carta forno e disponeteci sopra i pomodori lavati e tagliati a metà, la cipolla e lo scalogno a fette. Condite con sale, pepe, origano, timo, basilico, maggiorana, scorza grattugiata di limone, aglio in polvere, miele e olio extra vergine d'oliva. Infornate per circa 45 minuti.
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Sfornate, trasferite le verdure nel bicchiere del frullatore (tenete qualche pomodoro da parte per la decorazione del piatto), aggiungete un po' d'acqua bollente per volta e frullate. Aggiungete acqua fino a raggiungere la densità desiderata. Io ne ho aggiunta all'incirca 200 ml. Aggiustate di sale, ed eventualmente correggete l'acidità aggiungendo ancora un po' di miele.
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Sminuzzate le olive e lavorate la ricotta con un cucchiaio fino a ottenere una crema.
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Distribuite la crema di pomodori nei piatti, aggiungete la ricotta, i pomodori tenuti da parte, i capperi, le olive, le alici sottolio (ne ho messe tre per piatto), foglioline di basilico e maggiorana, un filo d'olio e servite.
Questa crema è ottima calda, tiepida e anche fredda.
Potete accompagnare la crema con del pane tostato.





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