Eccomi qui a scrivere il primo post dell’anno… e si sa che il primo post dell’anno, non è un post qualunque. O perlomeno, per me non lo è.
Anzi, devo ammettere che sento una certa ansia da prestazione, perché è un po’ come spianare la strada a tutto quel che verrà, poco importa se la strada è sempre la stessa, e se anche noi, siamo sempre noi.
Ma un annuo nuovo è una cosa importante, sono ben 365 chance da giocarsi al meglio.
E no, non ho scelto a caso il verbo “giocare”.
È che probabilmente, dovremmo ricordarci più spesso di giocare. Di tener vivo il bambino che è in noi. Di fare cose un po’ pazze, folli…
Di non concentrarci sempre e solo su tutto ciò che ha una struttura ben definita, ma magari, di osare e tener vivo il nostro lato irrazionale. Quello più poetico, più selvaggio. Quel lato di noi che abbiamo relegato in un angolino buio, e che tendiamo sempre a zittire perché ormai siamo schiavi nei nostri cliché comportamentali. Che poi, probabilmente, non sono nemmeno i nostri, ma sono quelli che ci impone la società.
Ma rompere gli schemi, certe volte, è fondamentale. Come osare, rischiare e provare a prenderci quel che desideriamo. Fosse anche solo per un attimo.
Non possiamo passare tutta la vita davanti alla vetrina della nostra pasticceria preferita a far l’amore con quella meringa piena di panna montata e immaginare tutte le volte come sarebbe addentarla.
No, bisogna entrarci in quella pasticceria o perlomeno provarci. Quella meringa la dobbiamo assaggiare… magari sarà da sogno, proprio come l’avevamo immaginata (e forse anche un po’ idealizzata), o magari no. Magari sarà una completa delusione. Ma perlomeno, potremo dire di averla tenuta tra le mani. Di averla vista da vicino e di averne sentito il profumo, la consistenza, il sapore…
Potremmo dire di averla assaggiata.
E probabilmente la vita è fatta un po’ come una meringa: croccante, morbida, dolce e un po’ salata.
Sporchiamoci di più… bisogna sporcarsi le mani nella vita. Pensare meno e sentire di più (Cit. Bukowsky) e anche agire di più. Disattivare quel “salvavita” che ci portiamo sempre dietro, e lasciarci andare alle emozioni.
Vivere e lasciarci travolgere. Provarci. Correre rischi, se è necessario. Ma vivere. Imparare a vivere il presente, a cogliere l’attimo e a non perderci sempre in elucubrazioni mentali fatte da vortici di “se ma se ma se ma”.
La vita è bella, unica e preziosa. È fatta di opportunità… è piena di opportunità e noi, il più delle volte, ce le lasciamo sfuggire perché abbiamo paura: paura di lasciarci andare, paura di soffrire, paura di cambiare e certe volte, abbiamo anche paura di scoprire che in un altro modo, potrebbe essere meglio.
Già… a volte ci fa paura anche l’idea di poter stare meglio. Perché fondamentalmente, temiamo il cambiamento. Siamo troppo attaccati alla nostra “comfort zone”. Poco importa se non ci dà più nulla, o quasi…
Beh, io voglio stare bene. Più bene che posso. E voglio vivere. E voglio prendere. E anche se ho paura, non mi interessa. Perché io, la paura, non la lascio vincere. Sono più forte io. Molto più forte io.
Pertanto, come accade già da un po’, nessun proposito per il nuovo anno.
Desidero solo continuare a percorrere la mia strada, a volermi bene, a rispettarmi, ad ascoltare la mia vocina interiore e a commuovermi per un tramonto. Perché voglio vivere sporcandomi le mani e soprattutto, non voglio smettere mai di sentirmi bambina… perché riuscire a meravigliarmi ancora e ancora è ciò che più desidero.
Come primo post dell’anno, penso che la ricetta di un pane sia l’ideale. Fragrante, profumato, con la crosta spessa e croccante e la mollica soffice e leggera. Secondo me, porta bene ;) E’ il risultato di un riposino pomeridiano… quelle intuizioni che ti arrivano per caso, anche se sei completamente sobrio :D Credetemi se vi dico che è buonissimo, e che merita assolutamente di essere provato.
Bene, credo che ora sia proprio tutto.
Buon anno nuovo… che possa portarvi tutto ciò che più vi sta a cuore <3
Vi abbraccio, ci rivediamo qui lunedì prossimo.



- 1 patata di circa 200 gr, lessa (Più piccola, ma non più grande)
- 125 ml di yogurt bianco
- 330 gr di farina 0
- 100 gr di farina ai 7 cereali Spadoni (O altra farina integrale)
- 50 gr di farina di semola rimacinata
- 100 ml di acqua minerale naturale a temperatura ambiente
- 25 ml di rum
- 1/4 di mela (privata della buccia)
- 2 cucchiaini di miele d’acacia
- 2 cucchiaini di sale
- 1 cucchiaino di lievito di birra secco
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Schiacciate la patata, grattugiate finemente la mela e trasferite tutto nel cestello della planetaria. Aggiungete tutti gli altri ingredienti e lavorate con il gancio impastatore alla seconda velocità per 10 – 12 minuti. Negli ultimi due minuti, aumentate la velocità portandola alla terza.
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Otterrete un impasto piuttosto morbido. Ungetevi le mani e lavoratelo brevemente. Coprite il cestello della planetaria con la pellicola e lasciate lievitare per almeno 10/12 ore in un luogo riparato. ( Solitamente preparo l’impasto il pomeriggio precedente, verso le 18,00 per poi infornare il pane l’indomani, in tarda mattinata).
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Trascorso il tempo di lievitazione, rovesciate delicatamente l’impasto su un piano di lavoro infarinato (meglio se con la semola), allargatelo appena e poi riportate i lembi al centro, come se voleste formare un fagotto.
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Foderate con un canovaccio un cestino per la lievitazione (in mancanza andrà bene anche uno scolapasta), spruzzate generosamente con farina, e trasferiteci dentro il pane, con le pieghe a contatto con il fondo. Cospargete con altra farina, coprite e lasciate lievitare in luogo riparato per altre due ore.
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Accendete il forno a 250 gradi (ventilato) metteteci dentro la pentola di terracotta (o ghisa) con il coperchio. Dovranno diventare roventi.
Quando il forno sarà arrivato a temperatura, tirate fuori la pentola e rovesciateci dentro il pane (le pieghe, ora staranno in alto). Fate attenzione a non scottarvi! Coprite con il coperchio e infornate. -
ll tempo di cottura è di circa un’ora. Fate cuocere per i primi 35/40 minuti con il coperchio, e gli ultimi 20/25 minuti senza, così da far formare la crosta che vedete.
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Sfornate il pane e lasciatelo intiepidire nella pentola prima di affettarlo.
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Si conserva per qualche giorno in un sacchetto di carta.
Il diametro della pentola dev’essere di circa 30 cm.



6 Comments
… e pure se ci sentiamo 100 volte al giorno e ci diciamo 10mila parole, io mi emoziono sempre un po’ quando ti leggo e (ri)trovo me stessa, le cose che penso, che sento, che vivo… in modo così forte e viscerale! Amica mia, noi siamo viscerali, ecco cos’è… a noi il “poco” non piace e non basta, non sappiamo che farcene di quel poco, noi vogliamo il tanto, la pancia piena, il cuore che ride, le mani che stringono, la vita che pulsa, l’acqua che dalla vasca esce e inonda tutto, come nel film di Del Toro… noi il vassoio di meringhe ce lo finiamo tutto e se ne vogliamo ancora montiamo altri albumi, non ci fermiamo… conosci altro modo per vivere, tu? No… e allora, pure se a volte è faticoso, si continua così, dritte per la nostra strada, anche nel 2019, vicine e unite, “quelle forti sì ma anche quelle fragili”, quelle che non sono per tutti e hanno capito finalmente che sono belle, croccanti, saporite e originali come questo pane bellissimo! :*
Non ho niente altro da aggiungere. Ormai sono anni che vivo alla giornata e mi godo quello che mi capita davanti, senza domandarmi cosa sarà domani o tra cinque minuti. Sorrido alla vita e me la godo perchè c’è sempre qualcosa da godere, anche se sembra un brutto momento. E allora mi prendo una fetta di questo ottimo pane e ti lascio un augurio grande per un buon anno pieno di sorrisi, nel cuore e nella mente. Un abbraccio grande am ica mia
Brava, bravissima, per questi propositi per l’anno nuovo (o per sempre?), per la citazione di Hank, e per il pane, che sembra buonissimo. Buon 2019!
vivere, respirare a pieni polmoni, uscire dalle righe: io è una vita che vivo fuori dalle righe, dagli schemi, che mi butto in imprese più grosse di me, che ho paura si ma come te la vinco e mi concedo di assaggiarla la meringa. in questo periodo sono un po’ stanca però. le delusioni, a volte la meringa è talmente dura che ci lasci i denti!, la vita quotidiana piena di piccoli e grandi imprevisti… ultimamente non la vedo più nemmeno la vetrina della pasticceria con le meringhe, non so, mi rimane invisibile. cerco di darmi tempo, mi tengo buona, paziente, in attesa di poter vedere ancora tutte le meringhe del mondo, cerco di respirare…. cerco disperatamente il mio ottimismo sfacciato e irrivernte di sempre che sembra essersi addormentato, e non mi piace.
bellissimo il tuo pane, bellissimo come sempre tutto il post. meglio che con un pane non si puo’ cominciare l’anno!
tvb
Quanto mi piace questo primo post dell’anno 😊ti rispecchia e a venire una gran voglia di ascoltarsi e seguire i propri desideri! un pane è l’espressione di vita e gioia, una ricetta perfetta x iniziare!
Un forte abbraccio tesoro e a presto!
Io bambina abbraccio te bambina. Buon 2019. Anche io adulta adoro il pane come io bambina, il mio primissimo era proprio una tua ricetta (il semintegrale con quell’olietto aromatizzato goloso), quindi ora voglio avere anche io una pentola di ghisa o terracotta! Solo mi son chiesta: ma quando rovesci il pane… cosa succede con tutta quella farina che vola?
Buon anno cara Mary, spontaneo, selvaggio, libero e giocoso ;)*