“Cos’è un ricordo? Qualcosa che hai
o qualcosa che hai perso per sempre?“
Isabel Allende
Ho ripreso a correre con regolarità, e questa cosa mi fa stare molto bene, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Quando corro la testa è libera di andare dove vuole. Mi segue, perché è attaccata sul mio collo, ma in realtà se ne sta per conto suo. Immagina, crea, rielabora i sogni fatti, si fa monologhi da Oscar e a volte scava nei ricordi. L’altro giorno, ero quasi a metà del mio percorso e ho sentito chiaramente in bocca il sapore della confettura di mele cotogne che preparava la nonna Maria. Un sapore così definito e intenso che mi è sembrato quasi vero.
Anche i sapori rimangono impressi nella memoria…e ce ne sono alcuni capaci di commuovermi.
Le mele cotogne sono uno dei simboli della mia infanzia…mi ricordano i nonni. Quando vivevo a Milano, i nonni ci spedivano periodicamente pacchi pieni zeppi di cose. Il nonno Ciccillo e la nonna Maria mi viziavano anche a distanza. In quei pacchi, oltre a trovarci giochi di tutti i tipi, compresi cani telecomandati e bambole giganti, che in qualche modo avrebbero dovuto lenire il mio senso di “solitudine” derivante dall’essere figlia unica ( perché fino ai 14 anni lo sono stata), spesso e volentieri ci trovavo anche le mele cotogne. Le adoravo cotte al forno con tanto zucchero, ma ancora di più adoravo quella confettura dolcissima e profumata che preparava la nonna. Lei usava un chilo di zucchero per ogni chilo di mele. Vi lascio immaginare quanto dolce fosse. Era roba che ti si cariavano i denti solo a guardarla…ma quando ero bambina mica badavo a certe cose.
So solo che era buona…so solo che mi sembrava una coccola immensa, so solo che la nonna la preparava per me, insieme alla confettura di uva.
Nonostante quella di mele cotogne sia da sempre una delle mie confetture preferite, non l’ho mai preparata. Questa è stata la mia prima volta. Verso certe preparazioni culinarie che per me hanno un valore affettivo molto grande, provo un certo timore reverenziale. Non perché io tema di non essere all’altezza, ma ho paura di sciupare i ricordi. Ho paura di mancare di rispetto ai ricordi…un po’ come se certe cose dovessero rimanere lì dove sono. Lì dove sono sempre state.
Così, non so cosa mi abbia spinta a superare il mio timore…forse perché mamma mi ha regalato tante mele cotogne da fotografare e fotografarle e basta, non mi pareva bello. O forse è stata la voglia di sentire nuovamente sulla lingua e sotto al palato quel sapore; la voglia di annusare nell’aria quel profumo acre inconfondibile. O il piacere di tenere quelle mele vellutate, goffe e bitorzolute tra le mani…di sentirne la consistenza legnosa al momento del taglio…il voler provare a rivivere nei ricordi, per quanto possibile. O semplicemente è stato il mio modo per cercare di colmare quel senso di vuoto enorme lasciato da chi non c’è più e che ogni tanto sento.
Posso solo affermare una cosa: la confettura di mele cotogne è terapeutica. Il suo sapore coccola e accarezza. Ieri mattina, poi, quando l’ho assaggiata pioveva…sembrava la giornata adatta per lasciarsi trasportare da quel senso di malinconia che a volte mi avvolge…e così ho fatto, mi sono lasciata abbracciare e poco dopo mi sono sentita subito meglio. In pace.
Vi auguro un buon inizio settimana e a presto :)

- 1 kg di mele cotogne ( peso al netto degli scarti)
- 500 g di zucchero semolato
- 200 ml di acqua
- il succo di un limone
- 1 bacca di vaniglia
- cannella in polvere a piacere
-
Lavate bene le mele cotogne facendo attenzione a eliminare tutta la pelurietta esterna. Privatele del torsolo ( ma non sbucciatele), tagliatele a pezzettini regolari e trasferite in una pentola abbastanza capiente, con lo zucchero, la cannella, il succo di limone, l'acqua e la bacca di vaniglia tagliata a metà per il verso della lunghezza.
-
Mettete su fiamma bassa e fate cuocere, mescolando di tanto in tanto, fino a quando le mele non saranno diventate morbide morbide.
-
Qualora lo zucchero caramellasse troppo e le mele rimanessero senza liquido di cottura, aggiungete un po' d'acqua.
-
Una volta cotte le mele, eliminate la vaniglia, riducete tutto in crema con il frullatore a immersione e trasferite nei vasetti ben sterilizzati.
-
Tappateli bene, capovolgeteli e fateli rimanere capovolti fino all'indomani.
-
Nota: Le mele, una volta cotte, non dovranno risultare troppo asciutte, altrimenti rischiate di ottenere una confettura troppo compatta. Eventualmente, qualora una volta frullata risultasse troppo densa, aggiungete dell'acqua e riportate la confettura a leggero bollore prima di trasferirla nei vasetti.
28 Comments
Sicuramente nonna Maria avrà adorato i tuoi gesti lenti e pieni d’amore nel prepararla… <3 Saì, è vero.. credo ci siano sapori legati ad un tempo prezioso, indescrivibile, perso nel tempo eppure così vicino. Inscindibile da noi. Le mele cotogne hanno il potere di riportarci lì, nella sicurezza delle braccia più dolci della terra. Anche io vedo nella confettura di cotogne un tenero ricordo.. mia nonna adorava i 'fruttini', quei piccoli cubetti di marmellata compressa alle mele cotogne che anche i nostri genitori mangiavano da piccolini. La prima volta che li ho assaggiati ricordo che sono rimasta quasi infastidita dall'eccessiva dolcezza che avevano. Invece poi.. ho iniziato ad associarli ai ricordi. E hanno avuto il sapore nostalgico dell'amore. Grazie per questa ricetta stupenda! E una meravigliosa settimana, amica mia! <3
Grazie a te dolce Eli. Hai sempre dei pensieri e delle parole bellissime per me <3
per me questo sapore di ricordo ce l’hanno gli gnocchi burro zucchero e cannella, che solo nonna mia li faceva così, con un piatto di condimento a parte dove pucciarli per farli ancor più zuccherosi, pure lì la carie non stava a guardare, ma nemmeno io badavo a certe cose allora, avevo quel vuoto da vera figlia unica da lenire ;-) meravigliosa questa confettura e io le mele cotogne non le conosco, probabilmente te la ruberò, mi hai fatto venire la voglia disentire il sapore dei ricordi
Sai qual è un’altra cosa che mi emoziona? La pasta fresca con zucchero e ricotta…altro ricordo d’infanzia a cui sono legatissima. Un bacio Lara e grazie <3
Che bell’atmosfera Mary! L’autunno mi fa sempre venire voglia di fare marmellate, tu l’hai aumentata :)
Questa la provo di sicuro!
Alice
Ciao Ali! Grazie di cuore e bentornata :*
Sì, siamo in sintonia perenne, noi due… sabato al mercato sono rimasta colpita da un banco che vendeva delle bellissime mele cotogne, a cui ho dato mentalmente appuntamento molto presto. La mia idea era provare a fare la confettura e… tu mi stai porgendo il foglietto della ricetta, in pratica! Quindi sappi che a breve anche nella mia cucina ci sarà “quel profumo che…” e non vedo l’ora!
Adoro la sensazione che mi trasmettono le tue immagini: una quiete casalinga, mentre le prime giornate di pioggia bussano al vetro, con dolcezza, senza ferire… non c’è impeto, solo un posarsi leggero di gocce di cristallo, a illuminare e fare compagnia… i ricordi si assaporano meglio così, a piedi nudi, con un vasetto in mano e nuove realtà che si delineano, cucchiaino dopo cucchiaino…
(le nostre radici – come siamo, chi siamo – resistono a tutto, fortissime… e nessuno ce le porta via. Nessuno.)
La confettura di mele cotogne è speciale…ma sono proprio le mele cotogne ad esserlo. Talmente “brutte” e “imperfette” da sembrare uniche…mai una uguale all’altra. E tutte con un fascino quasi commovente :)
Nel weekend mi sono assecondata molto in tutto e in effetti sì, si respirava quiete e tranquillità in casa e sono felice di essere riuscita a trasmettere le mie sensazioni attraverso queste foto. Ci tenevo particolarmente, anche perché qui, la mia anima, è messa davvero a nudo…
Ti abbraccio amica mia <3
Dolcissima, bellissima Mary eccome se i ricordi hanno anche un sapore! Ho ancora un vasetto di confettura di mele cotogne, fatta l’anno scorso e la sto centellinando religiosamente. Purtroppo quest’anno gli alberi di papà non ne hanno prodotte…una terribile gelata a Maggio ha compromesso tutto. A casa mia la faceva la zia Adele e tutti gli anni, ce la regalava ed io ne regalavo un vasetto a mia cognata, che ne va matta. Hai ragione, c’è quasi un po’ di magia in questa confettura dal sapore caldo e avvolgente, come solo i bei ricordi sanno essere.
Bacio grande,
Mary
Vedi? E’ una cosa rara la confettura di mele cotogne…talmente rara da sembrare preziosa, magica :) Sono felice di averla preparata…
Un bacio a te Mary cara e grazie :*
Io l’ ho fatta almeno due o tre volte ma mi sono promessa di non farla più, la adoro ma ci metto tutto il pomeriggio a sbucciare quelle mele dure e nodose!! Però hai ragione, il suo profumo è terapeutico, è dolcemente confortante, è stupendo, e mi sa che ancora una volta la preparerò, tanto dico sempre che è l’ ultima e poi non lo è!!
Che belle queste foto Mary!!
Un bacione!!
Prova la mia versione, la buccia non si elimina…ho fatto piuttosto in fretta, devo dirti la verità. Al massimo, metti a lavoro il marito ;) Un abbraccio Silvia e grazie !
La confettura di mele cotogne è nei miei ricordi della scuola materna: a merenda ci consegnavano un quadrotto di confettura e ancora ne rammento il sapore dolcissimo e squisito, quando l’aiutante della cuoca (mica c’erano le mense!) passava lungo la tavolata con una ciotolona in plastica verdolina piena di golosità, che potevano andare dall’uovo sodo allo spicchio di mela o alla confettura :)
Poi le mele cotogne in giro non le ho più viste, o almeno qui in città non si vedono nemmeno a cercarle con il binocolo, ed è un peccato perché sono quei frutti quasi dimenticati il cui sapore valeva più di mille parole…
Un bacio!
Qui da me ( vivo in Puglia), continuano ad essere imprescindibili…quand’è periodo, nonostante le tradizioni si stiano un po’ perdendo, si trovano ancora. E ci aggiungerei un fortunatamente. Perché ricordi a parte, per quanto mi riguarda, la mela cotogna è uno dei frutti che mi trasmette maggiormente il senso dell’autunno…
Un bacio a te :*
Bella tu ♥ e stupende le tue foto, sopratutto quelle con il vetro e le gocce di pioggia. Anche questa è una cosa che abbiamo in comune solo che la mia di nonna, veniva su direttamente lei, con i suoi pacchi. Passava con noi qualche mese l’anno. Arrivava due o tre volte durante l’arco dell’anno. Era vedova e in qualche modo così, dava una mano a mamma che ha sempre lavorato. E i suoi pacchi erano sempre pieni di cose buone da mangiare, compreso queste mele. Io ho provato a fare sia la confettura che i fruttini, con una maggior quantità di zucchero, che fai a quadratini piccoli e li mangi, come fossero caramelle. Ad ogni modo il ricordo ha sempre un sapore migliore, non trovi? Hai fatto bene a riprendere a correre. Fa davvero molto bene, al fisico e alla mente. Buona settimana dolce amica mia.
Sì, anche i miei nonni venivano spesso a farci visita e si fermavano un po’ da noi. Ma il nonno ci teneva che non mi mancasse mai nulla, allora, poco e spesso spedivano pacchi…erano una coppia fantastica. Due persone che si compensavano alla perfezione. Il nonno per me è stato un padre ed è andato via troppo presto, avevo solo 12 anni, ma mi ha lasciato talmente tante cose, che mi sembra di essere stata con lui una vita intera. Il ricordo ha un sapore che nutre in modo diverso…
Ti abbraccio amica mia <3
Che meravigliose emozioni in questo post…bellissima la foto che sei seduta di fronte alla finestra <3
<3
Il ricordo dei nonni è’ sempre dentro di noi e tu sei stata speciale nel modo che l hai raccontato la tua cara nonna sarà molto felice ❤️Un abbraccio Selene
Cara Selene grazie di cuore…un abbraccio a te <3
Io classe 43 mi ricordo del profumo e del sapore delle mele cotogne. Ormai quasi dimenticate se non propriop messe nell’angolino dei ricordi. Grazie mi hai fatto ritornare in mente tante cose. Da noi a Trieste tanto tanto tempo fa si usavano delle pere piccole marroni che da noi si chiamavano “pettorai” perchè le bisnonne e nonne dicevano che facevano bene per chi avesse la tosse tipo bronchite. Rimedi d’altri tempi e venivano cotte come le cotogne solo lasciate intere.
Buona serata un abbraccio.
I ricordi riscaldano…io, poi, la nonna Maria l’ho persa da quasi un anno e manca ancora tanto.
Grazie per questo momento di condivisone Edvige:) Un abbraccio e buona giornata :*
Mary,ecco,mi son commossa,perche’oggi ho quella malinconia di cui parlavi e sentirti evocare certi ricordi,mi ha riportato nella cucina della mia nonna che profumava sempre di mele annurca.Mi piacciono,non posso fare a meno di comprarle,perche’stranamente quella malinconia sembra poi rassicurarmi,il loro profumo e’ quasi antico,dolce,consolatorio.Ti comprendo tesoro ed ora vorrei coccolarmi con la tua confettura,da spalmare su una bella fetta di pane magari fatto in casa.Sei adorabile fanciulla????
Damiana cara, grazie di cuore per il tuo sentitissimo commento. Sei bella <3
Mary eccomi finalmente! Questo post è bellissimo, per me che vivo nel passato i ricordi sono fondamentali. Quelli olfattivi, poi, sono magici, non te li aspetti davvero. E sentirsi in bocca un sapore, all’improvviso, è demoniaco ;)
Le mele cotogne non mi sono mai piaciute, ma l’altro giorno avevo delle prugne totalmente insapori e ho provato a farci una marmellata come fai tu, con la cannella. Naturalmente non sono migliorate granché, ma la sto mangiando ogni mattina, perché in vacanza ho mangiato a colazione così tante marmellate fatte in case che non ho proprio voglia di tornare alla mia nocciolata quotidiana. E poi fare quasi al momento la marmellata in casa è bellissimo!
Bellissime sono anche le tue foto.
Buona serata cara!
E’ vero, preparare la marmellata in casa è bellissimo…mi piace tutto il rituale. E vogliamo parlare del profumo? Magico!
Grazie di cuore Elle e bentornata :)
grazie, solo grazie.
Sandrina del mio cuor <3