Vi ho già detto in post precedenti del mio amore particolare per la città di Lecce…scoperta per caso in un giorno d’estate di qualche anno fa, diventata tappa fissa, almeno una volta l’anno, per passarci qualche giorno in totale relax.
Ci abbiamo festeggiato il capodanno, sono stati giorni belli e intensi, quasi un tour gastronomico, alla ricerca di localini e ristoranti particolari in cui gustare piatti della tradizione salentina o meravigliose rivisitazioni.
Non ho potuto fare a meno di comprare, in uno dei tanti negozietti che vendono prodotti gastronomici, la “Ruota pazza” di Cavalieri.
Cavalieri è il pastificio storico del Salento e la “Ruota pazza” è indubbiamente il formato più famoso, originale e particolare creato dal Mastro Pastaio.
Inizialmente si riteneva che la “Ruota pazza” fosse stata inventata nel 1938, e invece è stata successivamente rinvenuta una trafila risalente al 1918…siamo agli inizi del 1900, periodo in cui era di gran moda il pensiero futurista, proiettato, per l’appunto, al futuro e all’innovazione artistica, culturale, tecnologica, un periodo particolare che aveva come obiettivo primario il progresso. Se ci pensate, la ruota è uno dei principali simboli del progresso dell’uomo…ed è proprio in un periodo di grande fermento e cambiamento per l’essere umano che Cavalieri ha inventato la “Ruota pazza” che ha, evidentemente, un significato simbolico e quasi metaforico rispetto al concetto di progresso.
Io avevo già sentito parlare di questa pasta, ma mi è rimasta particolarmente impressa grazie al film “Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek.
Se avete letto il mio profilo, avrete notato che “Mine Vaganti” è indubbiamente uno dei miei film preferiti, se non il mio film preferito…ne conosco quasi tutti i dialoghi a memoria.
In una scena del film si fa riferimento a questa meravigliosa pasta, e alle sue doti particolari che mai nessuno è riuscito ad emulare.
Si, tanti pastifici hanno creato formati simili o vagamente simili, ma la “Ruota pazza” è solo una, è unica.
E’ un formato di pasta davvero particolare, irregolare, non ce n’è una uguale all’altra.
Particolare è il gioco delle consistenze quando viene addentata, masticata, infatti le 3 parti di cui si compone hanno spessori differenti, e stabilirne il livello di cottura ottimale non è semplicissimo…è soggettivo !
E’ un formato di pasta che mi ha disorientata, non vi nascondo che sono stata molto titubante nello scegliere come presentarvela, con quali sapori, con quali abbinamenti.
Effettivamente è un formato di pasta che si presta a molteplici condimenti, ma io ho preferito presentarvelo con il condimento più “semplice” che esista al mondo, e cioè con il pomodoro.
E’ una gioia per gli occhi vedere come il pomodoro si infila nelle ruote quasi abbracciandole, avvolgendole…ogni boccone offre una sensazione e un piacere diverso.. questa “Ruota pazza” è una continua provocazione, e io vi suggerisco di provarla, perché lo merita davvero!
Ricetta per 2
180 gr di “Ruote pazze”
1 barattolo di pelati
uno spicchio d’aglio
1 peperocino
1 limone
un mazzetto di basilico
mezza melanzana
100 gr di stracciatella
farina di semola per infarinare le melanane
olio evo
1 cucchiaino di zucchero
sale
Prendete una padella ampia e metteteci dentro l’olio, l’aglio, il peperoncino, e la buccia di mezzo limone (ricavata con il riga limoni).
Quando l’olio inizia a sfrigolare ( l’aglio deve rimanere chiaro ), aggiungete i pelati, salate, aggiungete lo zucchero, mezzo bicchiere scarso d’acqua calda, e fate cuocere fino a quando non sarà evaporato tutto il liquido in eccesso.
Prendete la melanzana, lavatela e usatene una metà che taglierete a cubetti e poi infarinerete.
Prendete una padella antiaderente, metteteci dentro l’olio ( io ho usato olio evo ) e quando raggiunge la giusta teperatura, friggeteci le melanzane.
Una volta cotte, tiratele su con una schiumarola e trasferitele in un piatto su cui avrete messo della carta assorbente così da eliminare l’olio in eccesso.
Mettete l’acqua salata sul fuoco, e quando bolle buttate le ruote.
Una volta cotte, versatele nella padella del sugo che trasferirete su fiamma alta, girate bene così da amalgamare perfettamente la pasta con il pomodoro ( l’operazione deve durare pochi secondi, giusto il tempo di far insaporire bene la pasta ).
Prendete il piatto di portata, metteteci al centro le ruote pazze, aggiungete qualche cubetto di melanzana, ancora su la stracciatella, qualche strisciolina della buccia di limone, e una bella foglia di basilico.
Facebook Comments
4 Comments
Non sono un mangione,ma adoro mangiare bene.Quando riesco mi metto ai fornelli,ma questi piatti non riesco nemmeno a pensarli!Complimenti sinceri !
PS : ovviamente mi segno le ricette :)
Sei davvero troppo gentile. Cucinare e' come scrivere, fotografare, dipingere…serve ispirazione, fantasia e in alcuni casi bisogna azzardare. Ti dirò che neanche io sono una mangiona, a me piace assaggiare, e degustare la buona cucina. I piatti pieni mi fanno passare la fame…pero' adoro cucinare, non tanto per me stessa, ma per le persone a cui voglio bene, credo sia una forma di accudimento, di affetto…e comunque in quei momenti mi sento davvero bene! :-))
Fantastico, e io pensavo che la stracciatella si mangiasse solo con il gelato. Ogni volta ch apro questo blog una sorpresa…
George ! Non e' la stracciatella gelato ! E' la stracciatella pugliese …per intenderci la parte interna della burrata, e cioè sfilacci di mozzarella e panna. Oso…ma al punto di mettere il gelato sulla pasta no… :-))))))) Mi hai fatto morire dal ridere ! Un bacione