Solo il pazzo possiede il privilegio di passare senza contrasti dall’esistenza notturna a quella diurna: nessuna distinzione per lui tra il sogno e la veglia. Egli ha rinunciato alla nostra ragione, come il vagabondo ai nostri beni.
E.M. Cioran | La tentazione di esistere
Finalmente, in questo strano autunno dall’aria tiepida, è arrivata un po’ di pioggia e anche un po’ di freddo. Ma è un freddo moderato, di quelli che non consentono ancora di indossare un bel cappotto e magari una sciarpa di lana grossa, eppure, siamo già al 18 di novembre.
Le giornate, da un bel po’ di tempo a questa parte, mi sembrano tutte uguali e sono fatte solo di casa, lavoro e, una volta a settimana, supermercato. Ecco, diciamo che andare al supermercato è, al momento, la mia sola attività mondana e mi rendo conto che detta così, possa sembrare alquanto triste. Ma d’altro canto, questo è, e non potrebbe essere altrimenti, vista la serie infinita di limitazioni e restrizioni.
Io resisto, certo, ma immagino spesso di partire e andarmene lontano…
Che poi, una meta per dicembre già c’era, ed era Friburgo, nel cuore della foresta nera. Si era ipotizzato un viaggio in auto, con una tappa intermedia, sia all’andata che al ritorno. Un viaggio lungo, certo, ma di quelli che ti consentono di poter vedere tante cose e di godere di chilometri e chilometri di paesaggio che ti scorrono accanto.
Ricordo ancora, un po’ di anni fa, un viaggio lunghissimo in auto, tutta una tirata, per raggiungere Zurigo. Avevamo deciso di festeggiare lì il Capodanno. Fu un viaggio pesante, lo ammetto, sembrava interminabile. Ero diventata un tutt’uno con il sedile della macchina. Ma poi, una volta giunti a destinazione, tutta la stanchezza sembrava evaporata, un po’ come accade tutte le volte, nel momento esatto in cui si mette piede in hotel e si poggiano le valigie nella stanza.
Per la cena del 31, non avevamo prenotato da nessuna parte, certi che non avremmo avuto difficoltà nel farlo al momento, e così, mentre passeggiavamo nel centro storico alla ricerca di qualche posticino carino, ci siamo imbattuti in un ristorante spagnolo. Ci siamo affacciati e nell’arco di 10 minuti, sono riusciti a trovarci una sistemazione. Era così grazioso… caldo, intimo e accogliente; luci soffuse e candele ovunque. L’atmosfera era festosa, e io ridevo, ridevo tanto, probabilmente anche grazie al vino rosso e corposo. Abbiamo mangiato divinamente, lo ricordo ancora. Una carne cotta su pietra, che era un burro, con tante salsine in cui pucciarla, pan con tomate e poi, una carrellata di antipasti sfiziosi, tra cui un queso a la plancha che era da svenimento!
Subito dopo cena, abbiamo raggiunto il cuore della città. Faceva freddissimo. Ci siamo fermati a bere una coppa di champagne avvolti in una coperta pesante e poi abbiamo atteso in piazza la mezzanotte, con lo sguardo rivolto verso l’alto, mentre il cielo e lo specchio d’acqua del fiume Limmat si riempivano di luci e colori. Lo spettacolo pirotecnico più bello della mia vita.
Ecco perché amo viaggiare, perché ogni viaggio, per un motivo o per l’altro, nutre, insegna, riempie gli occhi, emoziona e lascia una scia di ricordi indelebili, pronti a riaffiorare proprio quando ne abbiamo più bisogno.
E in questo momento, ne ho davvero bisogno…
Voglio essere positiva e propositiva e pensare (sperare) che presto torneremo alle nostre vite di sempre e a fare tanti, tantissimi viaggi.
Prima di andare, vi lascio la ricetta di quello che è uno dei miei comfort food preferiti: la focaccia. Ne impasto almeno una a settimana, come fosse un piccolo rito. Con la focaccia che cuoce in forno, è sempre un po’ festa, perché coccola, riscalda e mette di buonumore. A me, poi, ricorda tantissimo la nonna. La preparava come fosse un dono d’amore. La mia è profumatissima, croccante fuori e soffice dentro, è perfetta sempre, anche a colazione! Con tutti quei semini sui bordi che… mmmm! Vi faranno impazzire! Immaginatela calda, sormontata da una fetta di mortadella… credetemi se vi dico che il paradiso esiste! Perché la focaccia è un po’ il paradiso.
Per il momento è tutto, vi abbraccio e vi auguro di trascorrere giornate serene, ci rivediamo presto tra queste pagine con la ricetta di un arrosto che vi piacerà da morire, ne sono certa!
M. xx 🍂🍁🍂🍁



Per una teglia rotonda, antiaderente, con diametro da 33 - 34 cm
- Per l'impasto
- 300 gr di farina (Le farine magiche – Farina poco raffinata per pizza)
- 100 GR di farina per pane nero ai 7 cereali Spadoni
- 1 bottiglia di birra bionda da 33 cl (io Messina)
- mezzo cucchiaino di lievito di birra in polvere (Lievito di birra mastro fornaio Paneangeli)
- 1 cucchiaino di sale (non raso, ma piuttosto pieno)
- q.b. di misto semi (sesamo, zucca, girasole)
- q.b. di olio evo
- Per la farcitura
- 1 fetta di zucca
- 1 confezione di stracchino
- q.b. di sale, pepe, zucchero e rosmarino
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Note preliminari:
Se dovete mangiare la focaccia la sera, impastala la mattina presto, massimo per le 8.
Se invece volete mangiarla a pranzo, per l'indomani, impastala la sera prima, verso le 19, e lasciatela riposare per tutta la notte a temperatura ambiente, in caso di temperature sono autunnali - invernali.
Se invece le temperature sono primaverili - estive, dopo aver preparato l'impasto, lasciatelo riposare per due ore a temperatura ambiente e poi, trasferitelo in frigo. La mattina successiva, non oltre le 7, tiratelo fuori e tenetelo a temperatura ambiente (in un luogo riparato) fino al momento dell’utilizzo.
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Mettete in una ciotola tutti gli ingredienti per l’impasto e mescolate con un cucchiaio di legno per pochi minuti. Non dovete impastare, ma solo mescolare fino a quando la farina non avrà completamente assorbito la birra. Otterrete un impasto molle e appiccicaticcio.
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Prendete un’altra ciotola, versateci dentro dell’olio, ungete bene anche le pareti e trasferiteci dentro l’impasto. Coprite con pellicola (o con il coperchio, qualora si tratti di un contenitore a chiusura ermetica) e mette a riposare/lievitare in un luogo riparato (all’interno della credenza, del forno o dove preferite, purché non vi siano spifferi d'aria).
Se avete impastato la sera, salutate il vostro impasto e tornate a fargli visita la mattina successiva.
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La mattina dopo, riprendete l'impasto, ungetevi un po' le mani e date delle pieghe all'impasto: dall'alto al centro, da destra al centro, da sinistra al centro e dal basso al centro. Coprire e ripetete questa operazione per altre due volte, a distanza di un'ora l'una dall'altra.
Se avete impastato la mattina per la sera, dovete fare la stessa cosa, però dovere dare la prima serie di pieghe dopo le prime due ore di riposo dell'impasto.
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A questo punto, tenete l'impasto coperto e lasciatelo libero di completare la sua lievitazione.
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Mondate la zucca, lavatela, tagliatela a cubetti e trasferitela su una teclia rivestita di carta forno. Condite con sale, pepe, quache pizzico di zucchero e rosmarino. Infornate a 180 gradi per una mezz'ora o fino a quando la zucca non diventerà morbida. Tenete da parte.
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Trascorso tempo di lievitazione, accendi il forno a 250° modalità ventilata. Prendete la teglia, versaci dentro dell’olio e ungete bene fondo e bordi. Cospargete l'incavo dei bordi della teglia con il misto semi oleosi e rovesciateci dentro l'impasto. Lasciatelo riposare così per circa 30/40 minuti nello stesso posto in cui l’avete tenuto a lievitare. Non dovete coprirlo.
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Trascorsi i 30/40 minuti, ungetevi bene le mani e allargate l’impasto delicatamente, facendo attenzione a non esercitare una pressione eccessiva e salvaguardando, per quanto possibile, le bolle formatesi in superficie.
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Con l'aiuto di un cucchiaino, distribuite lo stracchino sulla superficie della focaccia, aggiungete la zucca, rosmarino e completate con un po' di sale e un giro generoso di olio. Fate riposare un'altra mezz'ora e infornate a mezza altezza.
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Inutile dire che i tempi di cottura variano da forno a forno, il mio la cuoce in circa 20/25 minuti, ma potrebbero volercene anche 30/35. In ogni caso, la superficie della focaccia deve diventare croccante (sia sopra che sotto), e di un bel color dorato intenso. Quando la focaccia ha preso colore e vi sembra pronta, provate a sollevarla per vedere se anche sotto si è formata la crosticina e si è colorata.
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Sfornatela, trasferitela su un tagliere e lasciatela riposare qualche minuto prima di tagliarla e servirla.
Potete scegliere di farcire la vostra focaccia come preferite e naturalmente, potete omettere i semini. Ma io vi consiglio caldamente di provarla così, perché è un'idea davvero sfiziosa:
- Sale grosso e rosmarino;
- Solo sale;
- Olive nere, cipolle e peperoncino
- Solo cipolle (conditele con sale e qualche pizzico di zucchero)
- Pomodorini, olive nere e origano.



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2 Comments
io adoro i tuoi post….. era tanto che non commentavo, non volevo sembrare una stolker, MA IO ADORO I TUOI POST!
Sandrina mia, ma che stalker! A me, i tuoi commenti, fanno solo piacere. Grazie di cuore <3