“Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta
e sfuggono a qualunque censura.
Possiamo rimproverarci un gesto, una frase,
ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere.”
Milan Kundera
Ho sempre amato i temporali che scoppiano all’improvviso, soprattutto quelli della bella stagione. Li trovo coraggiosi, perché con il loro impeto, sfidano il caldo e per un po’, lo spengono. E io, c’è poco da fare, più passano gli anni e meno lo tollero.
In alcune ore della giornata, fa talmente caldo che mi sembra di avere addosso una coperta invisibile che mi avvolge e che mi fa sospirare mentre penso: “Antò, fa caldo!”. Ma insomma, è più che normale, siamo a giugno.
Ma la cosa strana, quella veramente strana è che io fatico a realizzare che sia davvero giugno. Come e quando ci sono arrivata fin qui? E tutti gli altri mesi che fine hanno fatto? Io dov’ero? A che pensavo? Possibile che il tempo passi talmente tanto veloce da non consentirmi più di fermarmi a guardare e a vivere tutte le cose come vorrei?
Eppure, mi sembra di farlo, insomma…io guardo, vivo, sento, faccio cose. Sono presente a me stessa.
Le parole di chi, quando ero ragazzina, mi metteva in guardia dicendomi che più si diventa grandi e più il tempo passa veloce, oggi, suonano quasi come una profezia.
Mamma mia se è vero…
Sono sempre più convinta che quello del tempo sia un concetto relativo. Certo, le giornate sono scandite da ore, minuti e secondi…ma alla fine, le ore sono solo una convenzione dell’essere umano per tenere il mondo in ordine. Uno dei punti di partenza di tante altre regole. Sono dei punti cardinali.
Forse il tempo, quello vero, è quello che fluisce dentro di noi. E’ quello dettato dagli stati d’animo, dalle emozioni, dalle esperienze, dal nostro star bene o male. Altrimenti non si spiegherebbe come mai, a volte, certi ricordi lontani, sembrano vicini e quelli che vicini lo sono davvero, sembrano lontani anni luce. Non si spiegherebbe perché a volte le giornate volano e altre volte sembrano interminabili.
A volte vorrei poterla fermare per un po’ questa giostra impazzita. Vorrei poter scendere a fare due passi. Vorrei dettare io i tempi, senza avere sempre la sensazione di rincorrere qualcosa o qualcuno. Vorrei fermarmi, se mi fa, o ripartire veloce. Certi momenti credo che li salterei a piedi uniti. Altri, invece, vorrei poterli vivere al doppio.
Negli ultimi giorni, ho pensato molto al nonno, ad esempio. Averlo avuto con me – per me – solo per 12 anni, è stato troppo poco. Questa è la stagione che più me lo ricorda. E’ sempre così, in realtà. Basta poco…un papavero, le prime ciliegie, o, come in questo caso, i gelsi.
A lui sono legati solo ricordi belli, fatti di amore, di presenza, di forza, di protezione…era una di quelle persone che c’era. Sapeva esserci e voleva esserci. Con lui, gli 850 km che ci separavano, diventavano sottili come un filo di seta. Non c’era distanza che mi potesse tenere lontana dai miei nonni.
Quanti pomeriggi passati a telefono con loro. Loro che lenivano il mio senso di solitudine e mi coccolavano anche da lontano. Loro che c’erano sempre. Loro che erano sempre pronti a correre da me. Loro che mi hanno fatta sentire bambina, protetta, amata. All’epoca c’era ancora il duplex, ve lo ricordate? Che nervi quando la linea era occupata dalla vicina! Grrr! Che poi, telefonare, costava parecchio…ricordo certe bollette! E infatti, mi pare che ad un certo punto, a quel telefono, venne messo un bel lucchetto. Però, non ne sono sicurissima…
Il fatto è che lui, in soli 12 anni, mi ha donato cose che mi porterò dentro per tutta la vita. Ha lasciato un segno profondo, indelebile…lui era lui. Anzi, lui è lui.
E lui, è un po’ in questi gelsi…dolci, succosi e rassicuranti che mi sono divertita a fotografare, con la giusta dose di poesia…
9 Comments
Mai fotografati i gelsi e raramente li ho visti dal vivo, così chiari, poi… che belli, sembrano perle di tapioca!
Oggi pensavo che alcuni pensieri ri-tornano improvvisi come temporali estivi, il cielo si copre e senti il tuono, inaspettato, di colpo… per fortuna dura poco, il sole riappare e il cielo si ripulisce… ma ecco, quei temporali non li prevedi ma sono in agguato… e tu cosa hai scritto?! Vedi, anche quando non ci sentiamo, le menti (incontinenti, non domabili, pienissime, solo nostre) sono connesse! A proposito di tempo, anche io non volevo credere che fossimo già al 4 giugno… ma ho subito fatto il calcolo che tra 2 mesi esatti scappo in Grecia e che tra 20 giorni spero proprio di vederti, quindi va bene così… :-)
Beh…direi che ci si vede! ;)
Io ho perso mio nonno a 8 anni. Ricordo ancora il profondo smarrimento, il desiderio di capire e quello più forte, di riportarlo indietro, quel tempo maledetto che me l’aveva portato via. Sono dolori che restano dentro per sempre insieme all’amore e ai ricordi. Mio nonno, fotografo e musicista per passione, del quale mi rimangono immagini sbiadite e sempre con la sua amata divisa della Marina, mio nonno che a volte mia nonna, donna gelosa e a ragione, faceva restare sulle scale per ore se pensava che si fosse comportato male e che mi portava in giro sulla sua Mini gialla strizzandomi l’occhio mentre mi chiedeva di chiamarlo zio.. L’assoluta meraviglia dei ricordi cristallizzati per sempre e contenuti in un colore, in un profumo, come nei tuoi gelsi Mary, nessuno potrà mai portarcela via ❤️
<3
E’ vero…i nonni e i ricordi più belli sono lì, chiari e nitidi. E resteranno lì per sempre. Ti abbraccio forte e grazie per questo commento che ho letto e riletto più volte <3
Secondo me il tempo si accorcia quando si cresce, è un dato di fatto, e più si va avanti più questo diventaccertezza per me, poi ci sono momenti particolari in cui il mondo va avanti veloce ma io so benissimo come ho fatto ad arrivare ad oggi, si, questo è uno di quei momenti, eccome se so come sono arrivata ad oggi, non è volato proprio niente!! Che meraviglia quando piccoli oggetti ti riportano in vita ricordi che scaldano il cuore, quando sapori e profumi ti collegano direttamente con un passato che vive ancora nel tuo cuore…
Ti abbraccio stretta Mary e chiudo gli occhi assaporando i gelsi nei miei ricordi!
Non so Silvia…io continuo a vivere tutto in modo strano. Spero di riprendermi, perché questo periodo mi ha già stancata. Boh…sempre un senso di insoddisfazione di sottofondo. Che sia una crisi di mezza età anticipata? Ahahahha! Un bacione :*
Ok, adesso ho capiro: queste sono le “famose more di gelso” o “moràr”… roba che mi nomina Alli, verso esperto botanico, mentre le mie conoscenze si limitano… alle ciliegie e ai papaveri ;o) Ora che le vedo, e vedo che assomigliano alle more ma sono bianche, mi tornano in mente infatti tutte le volte che passiamo davanti a un grande albero e Alli mi dice che è un moràr (un che???) un gelso, che fa le more bianche :D Mai visto né sentito. Davvero le more non le ho ancora viste, se ci ripassiamo guardo bene, forse adesso ci sono!
Quanto a giugno… mah.
Da gennaio, da quando siamo partiti bene con l’orto, il mio tempo segue i ritmi della natura: non ero mai stata così attenta al sole e alla pioggia, e al variare delle stagioni, e alla luna. Quindi ho periodi di 28 giorni (noi donne ce li abbiamo comunque, ma il ritmo è diverso, più isterico ahhaha), stagioni di questa o di quella semina (altro discorso il raccolto, che ancora non è determinante), e tutto mi sembra più normale anche la pioggia o il sole, ma comunque mi vedono partecipe, mentre prima mi lasciavano indifferente, anche quando si trattava di bagnarmi completamente (con la pioggia o con il sudore) non vivevo il clima, le stagioni, la natura come li vivo ora che ho l’orticello a cui badare. Mi piace questo mio ritorno al passato!
(il duplex non lo conosco, ma le bollette che terrorizzavano i miei genitori sì)
Buon fine settimana Mary!
Sono dolcissime e succose…per me sono tipo una droga :) Prendersi cura di un orto dev’essere bellissimo, proprio per tutti i motivi che hai elencato tu. Io, quest’anno, ho davvero perso il senso dell’orientamento…anche giugno sta volando, e io continuo ad essere incredula :) Un bacio Elle e buona giornata :*